Flop Consiglio Comunale online, la prova di Microvision «La piattaforma funzionava». Annunciate azioni legali

«Ieri stesso, attraverso una pec, abbiamo
già informato il Comune di Catania circa la non riconducibilità alla nostra azienda della responsabilità
di quanto accaduto». È la nota di precisazione che arriva da Microvision, la società che gestisce la piattaforma. A scaricare il barile, attraverso le pagine di MeridioNews, appellandosi un non meglio precisato malfunzionamento tecnico, era stato il presidente del civico consesso Giuseppe Castiglione

«C’è stato un problema con la piattaforma – aveva spiegato al nostro giornale Castiglione subito dopo la sospensione e il rinvio della seduta – Sono mortificato e prenderò subito provvedimenti nei confronti della società che la gestisce e che ci aveva dato delle garanzie». A prendere dei provvedimenti, adesso, però è proprio Microvision. «Abbiamo già dato mandato ai nostri legali per agire, in ogni sede, verso chi sta rilasciando dichiarazioni inopportune e prive di fondamento». 

L’azienda siciliana, che da 23 anni opera nel campo della comunicazione, ha una piattaforma usata da oltre cento enti tra Comuni e Province in tutta Italia. «La prova del buon funzionamento della piattaforma – sottolineano da Microvision – è data anche dal fatto che, in quel momento, erano regolarmente in streaming senza alcun problema i
consigli comunali di Caltanissetta, Agrigento, Campi Bisenzio (in provincia di Firenze) e della Provincia di Brescia». Solo alcuni degli oltre 120 enti pubblici che si affidano ai servizi di Microvision sia in aula e in remoto.

Con il Comune di Catania il rapporto è nato durante l’emergenza Covid-19. Con le misure di distanziamento sociale previste hanno dovuto fare i conti anche le amministrazioni comunali. «Siamo stati contattati dall’ente – raccontano a MeridioNews da Microvision – che ci ha avanzato la richiesta di una soluzione per consentire lo streaming delle sedute con i consiglieri collegati ognuno da casa propria». È per venire incontro a questa esigenza che la società mette a disposizione la piattaforma che consente anche la votazione elettronica. Tra l’altro, un contratto tra la società e l’ente comunale non ci sarebbe ancora. «C’è una determina con cui abbiamo stabilito un prezzo simbolico di 2.500 euro fino a fine anno per un pacchetto completo», aggiungono.

Nell’iniziale comunicazione fatta dall’ente su questa prima riunione del civico consesso online dopo il lockdown erano state fornite le indicazioni per seguirlo sul canale YouTube«Di questa possibilità noi proprio non ne sapevamo nulla», precisano dalla Microvision. Dopo diverse ore dall’appuntamento fissato, la diretta non è online. «Ci hanno riferito del problema quando il Consiglio comunale era già iniziato – spiegano – Abbiamo chiesto di poterci collegare dal computer del presidente per capire cosa non funzionasse, ma ci hanno negato questa possibilità». 

In ogni caso, da parte della società la prova che la piattaforma funzionasse c’era già: «Contemporaneamente altri enti la stavano utilizzando senza difficoltà – sottolineano – Non possiamo accettare che ci venga data una responsabilità che non abbiamo avuto». Insomma, stando a quanto dicono gli esperti del settore, invece, il problema potrebbe essere stato dovuto a «un’operazione fatta in modo sbagliato sin dall’inizio. Tanto che, quando la seduta è stata sospesa, abbiamo rifatto una prova e la piattaforma era perfettamente funzionante».

Marta Silvestre

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