Cinquecento tonnellate di amianto disperse in un terreno di cinque ettari. E poi ancora tre grossi silos contenenti sostanze chimiche sconosciute. E’ quanto hanno trovato nei giorni scorsi nel corso di un’ispezione gli uomini della Guardia di finanza e gli ispettori dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania nei locali dell’ex cartiera Keyes a Fiumefreddo di Sicilia.
A pochi chilometri dall’oasi naturalistica del fiume Fiumefreddo, in un litorale premiato con l’ambita bandiera blu, sorgono i capannoni dell’azienda fallita dieci anni fa e sottoposta a tutela di un curatore giudiziario. L’intera struttura è coibentata con fogli di eternit che nel tempo si sono spezzati, rilasciando le pericolose particelle cancerogene, l’amianto. Già nel 2009 l’area era stata sequestrata sempre dalla Guardia di finanza perché – nonostante il pericolo – ampie zone del terreno erano state utilizzate abusivamente come parcheggio per i bagnanti che si recavano nelle spiagge vicine di Marina di Cottone.
Nonostante i precedenti, non è ancora avvenuta la bonifica. Dopo le segnalazioni, la Procura catanese ha disposto una nuova ispezione che ha confermato la presenza di amianto ed eternit, oltre a numerosi fusti contenenti sostanze – di cui al momento non si conosce l’esatta composizione – destinate alla lavorazione della carta. La zona è stata nuovamente posta sotto sequestro.
Che la zona sia una vera bomba ecologica è già noto sia alle autorità locali che a quelle giudiziarie. Ma anche agli operai che lavoravano nelle due cartiere della zona. «Diversi ex operai della ex Siace e della ex Keyes risultano deceduti a causa di tumori polmonari; difficile ancora riuscire a collegare queste morti allamianto, presente, in quantità inusitate, nei due ex stabilimenti» si legge nel comunicato stampa rilasciato dalle fiamme gialle. «Ecerto, comunque, che diversi ex operai della Keyes hanno già ottenuto dallInps il riconoscimento, per causa di servizio, di malattie gravissime causate dallinalazione delle fibre di amianto».
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