First Lego league, la scuola siciliana al mondiale di robotica Dai ragazzi una proposta sull’inclusione sociale nel delivery

«Lo sa che non sappiamo nemmeno quale sia il premio mondiale? È stato talmente inaspettato che non ci siamo nemmeno posti la domanda». Che undici ragazzini dell’istituto comprensivo Carlo Alberto Dalla Chiesa a San Giovanni La Punta potessero disputare le finali mondiali della First Lego League, la competizione mondiale di scienza e robotica, rivolta a squadre composte da ragazzi dai 9 ai 16 anni e promossa dal gigante dei mattoncini, non ci credeva nessuno. Nemmeno loro stessi. «È una cosa talmente prestigiosa – racconta a MeridioNews Gianluca Marletta, il docente che accompagnerà gli studenti alla competizione – che non ci sognavamo nemmeno lontanamente di arrivare ai mondiali». 

Eppure i DallachiesaBIT – questo è il nome dell’unica squadra siciliana ancora nel pieno della competizione – dal 20 al 23 aprile saranno a Houston in Texas, per sfidare oltre 108 squadre (per un totale di quasi 25mila partecipanti) in una gara di progettazione, costruzione e programmazione di robot autonomi applicati nella risoluzione di problemi reali. Cargo connect è il tema di quest’anno, che affronta le difficoltà correlate al traporto delle merci su gomma, via mare o via aria. Un viaggio dal valore di oltre 70mila euro in cui a fare la propria parte è stata anche la Regione Siciliana che ha finanziato il team con 40mila euro. Il progetto della squadra unisce il mondo delle consegne a domicilio con la creazione di opportunità di lavoro concrete per le persone con disabilità cognitiva. 

Slow delivery friends, questo il nome dell’idea del team, punta a innovare il settore del delivery – afflitto da sempre più ritardi nelle consegne e dalle condizioni talvolta sfavorevoli a cui sono obbligati a lavorare i cosiddetti riders – provando a programmare i ritardi e al contempo ridurre i costi a questi legati per sgravare le aziende, avvalendosi di persone con disabilità cognitiva che in un primo momento saranno aiutate da un mediatore, poi diventeranno autonome. Un progetto anche di inclusione sociale, dunque, che sarà sottoposto a tre fasi di valutazione. «Abbiamo costruito un robot che in due minuti e mezzo dovrà compiere determinati passaggi – commenta il docente -, poi passeremo a spiegare la fase della progettazione scientifica e strategica e infine sarà verrà valutato il core value». Ovvero: i ragazzi dovranno dimostrare di essere diventati un team lavorando per crescere insieme e nel rispetto del lavoro altrui. «Alle nazionali ci siamo aggiudicati oltre alla qualificazione ai mondiali, anche questo premio», commenta soddisfatto Marletta. Un percorso a step che, dopo il successo di marzo alle qualificazioni regionali e nazionali, adesso giunge a conclusione. «L’emozione e la sorpresa dei ragazzi è stata talmente tanta che non ci siamo nemmeno chiesti quale sia il premio in palio ai mondiali – ribadisce il professore -, anche perché il pensiero è rivolto per ora ai preparativi per il viaggio».  

Gabriele Patti

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