«Chi ha sbagliato sarà espulso dal Movimento cinque stelle», le dichiarazioni di Giancarlo Cancelleri lasciano poco spazio all’interpretazione e che buona parte della base pentastellata, quella degli attivisti o anche dei semplici sostenitori pentastellati condivide. Si segue, dunque, la linea tracciata dai vertici nazionali del Movimento e dal suo fondatore, Beppe Grillo per reagire dopo lo scandalo firme false che ha acceso la vigilia delle elezioni amministrative a Palermo. Intanto, in procura, la deputata pentastellata Claudia La Rocca sta collaborando con i magistrati per fare luce sulla vicenda che risale al 2012, quando i grillini hanno fatto la loro prima comparsa in una competizione elettorale a Palermo a sostegno del candidato sindaco Riccardo Nuti, oggi deputato nazionale. I nomi dei primi possibili indagati iniziano a trapelare, ma Cancelleri, che tra oggi e domani sarà sentito dai giudici, si guarda bene dal puntare il dito contro qualcuno: «La mia dichiarazione – dice a MeridioNews – è riferita alle indagini e al loro esito. Al momento non c’entra nulla nessuno».
Le vicende giudiziarie, che sembrano essere solo all’inizio, tuttavia, apparentemente non scalfiscono la base grillina. «Tante persone a Palermo negli ultimi anni hanno sposato l’idea del Movimento che, ne sono convinto, rappresenta ancora l’alternativa più convincente ai danni fatti da Crocetta e da anni di questa politica» a spiegarlo è Alberto, attivista e volontario durante la due giorni palermitana Italia a cinque stelle. «Penso che in questo momento bisogni essere positivi e guardare avanti». E guardare avanti pare essere la parola d’ordine di chi come Giovanni e Carlo, pur non avendo ancora partecipato attivamente alle iniziative di democrazia diretta dei pentastellati, non hanno dubbi sulla bontà del progetto. «Leggiamo sui giornali i nomi degli attivisti coinvolti – dicono – questo ci stupisce, sì, ma non avremo un solo dubbio su chi votare a maggio».
E se qualcuno tende a sminuire la portata della vicenda parlando di «ingenuità, non certo di malafede», e qualcun altro, come Antonella, non ha problemi nel definirsi «Scioccata da quanto è successo», è un fronte comune quello che pensa che chi ha sbagliato, pur non dovendo venire demonizzato, debba essere punito, anzi, debba decidere spontaneamente di cedere il passo. In molti d’altra parte hanno nutrito le fila del Movimento solo dopo quelle elezioni del 2012, quando i Cinquestelle non riuscirono a portare dentro sala delle Lapidi nemmeno un consigliere, e non accettano di essere etichettati per qualcosa in cui mai sono stati coinvolti di persona. «Nel 2012 non c’ero – continua Alberto – quindi non posso entrare nel merito della vicenda. Certo, se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma l’entusiasmo non è mutato, anzi, posso dire che è cresciuto». Gli fa eco Giovanni: «Mi sono avvicinato al Movimento con grande entusiasmo come tanti altri dopo il 2012. Persone che come me non hanno fatto niente. Trovo che la vicenda sia stata un po’ ingigantita, anche se chi si trova all’interno delle istituzioni avrebbe dovuto fare un passo indietro».
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