«Mi autosospendo dal gruppo parlamentare 5 stelle fino al termine della mia sospensione dal Movimento». Così il deputato palermitano del Movimento 5 Stelle Riccardo Nuti, sospeso dal movimento ma non dal gruppo parlamentare dopo lo scandalo firme false. Dopo l’annuncio, Nuti attacca: «Basta alle tante mistificazioni volte a farmi fuori e a colpire il Movimento. Adesso non c’è più nulla da strumentalizzare. Con la mia scelta, i portavoce del gruppo M5S non avranno l’imbarazzo di doversi esprimere nei miei confronti in inutili riunioni, distanti dall’obiettivo: la rivoluzione culturale del Paese». E ancora: «Ho compreso il giochino politico di partiti e avversari, per cui non voglio alimentarlo in alcun modo. Credo nel progetto che portiamo avanti da dieci anni. Dunque ho deciso di togliere il giocattolo a quanti vogliono distruggere un sogno collettivo e speciale. Confermo la mia fiducia nella Giustizia e mantengo il rispetto che ai magistrati ho sempre portato fin dall’inizio. Proverò la mia innocenza e la costante fedeltà ai principi del Movimento. Inoltre – prosegue – continuerò a dimezzarmi lo stipendio, come nei quattro anni del mio mandato. Destinerò le eccedenze al fondo per il microcredito, fiero d’aver, ad oggi, restituito 123.840 euro. Proseguirò, guardando al territorio, la mia attività parlamentare senza risparmiarmi. Denuncerò ancora conflitti di interessi, malaffare e mafie – conclude – come ho fatto in questi anni con gli atti. A testa alta».
E la deputata Giulia Di Vita, anche lei sospesa dal Movimento 5 stelle per la vicenda delle firme false raccolte per la presentazione della lista del Movimento 5 Stelle alle elezioni amministrative di Palermo del 2012, utilizza lo stesso social network dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm che indagano sul caso: «Per scrupolo – scrive la parlamentare sul social – vorrei ribadire, come detto ieri, che da parte mia non c’è mai stato un attacco nei confronti della magistratura a cui mi affido totalmente per provare la mia estraneità ai fatti di cui vengo accusata e a cui ho consegnato già le relative prove».
Di Vita nega di avere mai criticato Ugo Forello, attuale candidato del Moivimento 5 Stelle alla carica di sindaco di Palermo: «Non ho mai nemmeno criticato il candidato sindaco di Palermo del M5s – scrive Di Vita – e nemmeno sapevo che nel 2014 i colleghi della commissione Antimafia avessero sollevato un potenziale caso di conflitto di interessi in seno alla onlus antiracket Addiopizzo di cui l’attuale candidato sindaco era presidente. L’ho appreso dai giornali soltanto questa estate. Non provo alcuna ira e non cerco rivalsa. Nelle sedi giudiziarie dimostrerò quanto ho sempre detto dall’inizio della vicenda che mi vede coinvolta».
Infine, Di Vita annuncia che se dovesse essere condannata già in primo grado rassegnerà le proprie dimissioni: «Nel caso di condanna in primo grado seguiranno prontamente le mie dimissioni come da impegno preso all’atto della candidatura secondo i principi del M5S che ho sempre rispettato, perché ci credo fermamente, da 10 anni a questa parte. Nel frattempo ho accettato la sospensione che mi è stata comminata e infatti non utilizzo il simbolo e non parlo a nome del M5S. Sono certa che tutto si chiarirà per il meglio – conclude – In alto i cuori».
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