Finti incidenti d’auto, i nuovi guai di Nino u’ puppittaru Assicurazioni più costose anche per colpa delle truffe

Nino u’ puppittaru come il taglia pietre della civiltà egizia che inscenò la morte per riuscire a intascare il premio di una cassa mutua nata per coprire le spese funerarie in caso di decesso. In 4mila anni si sono solo aggiornati i metodi per le truffe alle compagnie assicurative, che richiedono oggi il convolgimento di professionisti e testimoni di comodo. Come nel caso che riguarda 77 persone sulle quali pende una richiesta di rinvio a giudizio dei magistrati della procura di Catania. Al vertice, almeno secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato Antonino Arena, detto appunto u’ puppittaru, venditore di carne di cavallo in via Plebiscito, che ha già avuto qualche problema con la giustizia per la sua presunta appartenenza al clan mafioso dei Cursoti, il cui referente storico è Pippo Garozzo

L’uomo avrebbe agito con la complicità di una truppa di professionisti: un ortopedico, un medico legale, due infermieri, un fisioterapista, un consulente assicurativo e due avvocati, ma anche con l’aiuto di alcuni pregiudicati e di gente comune. Nelle carte dell’inchiesta emergono alcuni passaggi sul ruolo di quest’ultimi. Alcuni cittadini infatti avrebbero «venduto» gli incidenti. Ovvero, in cambio di somme di denaro, avrebbero messo a disposizione le automobili assicurate, e il gruppo di presunti truffatori avrebbe poi pensato ad assoldare finte vittime e testimoni degli incidenti. Agli avvocati sarebbe spettato un ruolo di pressione nei confronti delle compagnie assicurative per riuscire a ottenere la liquidazione dei danni. 

Proprio gli incidenti stradali «non reali» incidono pesantemente sul costo delle polizze assicurative. La provincia di Catania, secondo i dati raccolti dal portale online assicurazioni.it per il mese di dicembre scorso, è quella con i prezzi maggiori in Sicilia dopo Messina. Assicurare ai piedi dell’Etna una macchina di media cilindrata con una classe di merito uno, la migliore, costa mediamente 578 euro. Nell’area peloritana si arriva a 591 euro, mentre a Enna e dintorni, che è la provincia con i costi minori, il prezzo stimato è di 386 euro. C’è poi l’impietoso confronto con il resto d’Italia. In Lombardia il prezzo scende in media fino a 430 euro, in Trentino cala ancora a 398. La maglia nera invece è quella della Campania con quote della responsabilità civile per l’auto che arrivano a una media di 837 euro. Sotto il Vesuvio, secondo i dati dell’Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), si verificano il 70 per cento delle truffe assicurative. Nel calcolo delle tariffe medie il podio è completato da Calabria e Puglia che si attestano rispettivamente a 616 euro e 605 euro.

«Nel biennio 2014-2015 a Catania e provincia c’è stato un numero spropositato di incidenti stradali – racconta a MeridioNews il titolare di un’agenzia assicurativa -, mentre nel 2016 l’andamento è leggera diminuzione». Per scardinare il sistema delle truffe, che spesso annovera la complicità di alcuni periti, «si sta cercando di limitare i mandati degli stessi, che in alcuni casi coprono anche dieci compagnie assicurative. Ovviamente il quadro generale influisce anche su chi non ha mai fatto incidenti e si trova costretto a pagare tariffe salate. Secondo i nostri dati su 100 assicurati in media in Sicilia 5,3 di loro rimangono coinvolti in sinistri. In alcune aree come Gela e Barcellona Pozzo Di Gotto arrivano anche a 15»

La battaglie anti-truffe si combatte anche con la tecnologia tramite l’attestato di rischio elettronico e il tagliando digitale. C’è poi il capitolo scatole nere, dispositivi costruiti per monitorare spostamenti e incidenti delle autovetture, come avviene per gli aerei o le navi. Ancora non obbligatori per legge, sono già diverse le compagnie che offrono ai clienti la possibilità di istallarli ottenendo la riduzione dei costi sull’assicurazione. «La nostra compagnia ha stipulato un patto con i clienti in caso di sinistri per evitare truffe e frodi singole – spiega a MeridioNews Luca Pascucci di UnipolSai -. Il meccanismo consente ai clienti di portare l’auto, dopo eventuali incidenti, da alcuni riparatori di fiducia. A questi i pezzi di ricambio vendono venduti direttamente dalla compagnia e così evitiamo maggiorazioni e quindi frodi. Abbiamo anche un polo specifico nell’ufficio sinistri per gestire la pratica infortuni con le visite effettuate direttamente dai nostri medici».

Dario De Luca

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