Il tour de force partirà domani pomeriggio a partire dalle 15, quando la commissione Bilancio si riunirà per iniziare l’esame del Bilancio e della Finanziaria, a meno di due settimane dallo scadere dell’esercizio provvisorio. Già il 21 febbraio la manovra finanziaria dovrebbe approdare a sala d’Ercole (martedì prossimo) con soli sette giorni di tempo per essere approvata.
Gli emendamenti già presentati durante l’esame nelle commissioni di merito sono già un migliaio, come ha detto ai cronisti questa mattina il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone. Prorogare l’esercizio provvisorio? «Non so dire se ci sarà un altro mese – ha ammesso – ma non posso escluderlo. Serve una riflessione attenta. Non posso escludere al momento niente, a meno che il governo non ritiri il maxiemendamento e si ritorni alla Finanziaria base. Questa potrebbe essere una soluzione».
Eccolo lì, il vero motivo dei mal di pancia che hanno fatto saltare tutti gli accordi all’interno della coalizione di governo, dal momento in cui l’esecutivo ha presentato un maxi emendamento a parziale riscrittura della Finanziaria, in piena sessione di bilancio. Quando cioè le commissioni avevano già iniziato a esaminare i documenti contabili. La mossa di palazzo d’Orleans ha reso carta straccia il lavoro già fatto dai deputati, mandando su tutte le furie gli inquilini di Sala d’Ercole. E così ecco piovere emendamenti, circa un migliaio in tutto. «Devono essere sfoltiti – riconosce Ardizzone -, vedremo il lavoro che farà la seconda commissione. Ma devo dire che il governo non ha aiutato questo percorso, rispetto alla manovra che addirittura preannunciava di voler approvare entro dicembre».
«Come volevasi dimostrare – continua il presidente dell’Ars – l’esecutivo ha presentato un super maxi emendamento che ha dato correttamente la possibilità ai deputati di intervenire in Aula, perché questo è il compito del legislatore». Una sforbiciata, al di là del lavoro svolto dalla seconda commissione, arriverà anche dalla presidenza: «È chiaro – ha concluso Ardizzone – che si discute di emendamenti che mi sembrano un po’ forzati e la presidenza dell’Ars farà il suo percorso».
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