Sedici articoli, dieci in meno rispetto alla versione immaginata a fine novembre, e un testo collegato di accompagnamento su cui per il momento vige il riserbo. Sono questi i numeri della legge di stabilità 2019 esitata oggi dal governo regionale. Si tratta del primo anno in cui la giunta guidata da Nello Musumeci ha avuto la possibilità di pianificare la programmazione finanziaria per tempo, considerato che l’anno scorso, con le elezioni a inizio novembre e l’insediamento ad anno quasi finito, il nuovo esecutivo si era ritrovato a dare per scontato il ricorso all’esercizio provvisorio, con l’approvazione della finanziaria che era arrivata a primavera inoltrata. Uno scenario che quest’anno Musumeci e Armao vorrebbero evitare, puntando a incardinare il testo entro la fine del mese e votandolo nei primi giorni di gennaio. Tuttavia, con il Natale dietro le porte, un percorso parlamentare da iniziare e una maggioranza che a sala d’Ercole vacilla, nulla può essere escluso.
Passando ai temi, nel ddl spicca la norma sul cosiddetto modello Portogallo, ovvero la norma che punta a riportare in Sicilia chi ha trascorso gli ultimi cinque anni all’estero, perlomeno dal punto di vista fiscale. Il rientro in uno dei comuni dell’Isola garantirà per dieci anni la ricezione di un contributo per l’addizionale regionale Irpef, la quota regionale sulle tasse automobilistiche e l’acquisto di immobili. In una prima versione del ddl si era pensato all’esenzione.
All’articolo 3 si parla di Liberi consorzi e Città metropolitane. Per gli enti che hanno preso il posto delle ex Province, pur continuando a muoversi in un limbo normativo, è previsto un incremento di 20 milioni di euro del fondo investimenti. Somme che dovrebbero essere usate per il pagamento delle rate dei mutui accesi, ma che non vanno incontro ai rilievi dei sindacati, che ieri non hanno mancato di sottolineare, dopo una riunione con la giunta in cui il ddl non è stato fatto visionare ma soltanto discusso a grandi linee, come per il futuro degli enti di area vasta serva molto di più. A partire da un coinvolgimento del governo nazionale.
Misure anche per la mobilità sostenibile. Nello specifico è stato previsto uno stanziamento di otto milioni di euro, per favorire il trasporto pubblico locale – sia su gomma che rotaia – basato su alimentazione elettrica. Per quanto riguarda i privati, dal 2019 al 2021 non pagheranno la tassa regionale sull’automobile coloro che avranno immatricolato mezzi ad alimentazione ibrida elettrica-termica di tipo plug-in e con alimentazione esclusiva a idrogeno.
Tornano ad allungarsi i tempi per la prescrizione in merito agli accertamenti e relative sanzioni in materia di tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi urbani. La finanziaria regionale include poi una norma per l’acquisto dei beni immobili della società in liquidazione Terme di Acireale spa e un’altra che invece riguarda i dipendenti che fanno parte del bacino Resais. Nello specifico il costo affrontato per le loro prestazioni: la Regione, infatti, punta a recuperare dai Comuni le spese nei casi in cui il personale è stato utilizzato in enti come le Ipab, gli Iacp, le Camere di commercio, le Asp e i Policlinici.
Al capitolo norme abrogate spicca la cancellazione della possibilità per l’assessorato alle Autonomie locali di contribuire per il 50 per cento al pagamento degli oneri retributivi del personale dei bagnini impiegati nelle spiagge dai Comuni costieri. In tal senso nella relazione che accompagna il ddl si legge: «Si fa presente che tale intervento gravava sulla riserva, pari al 5 per cento del fondo per le autonomie locali e che per effetto della legge regionale 5/2014 sono stati abrogati sia il predetto fondo che le relative riserve».
Spariscono dal ddl, mentre era presente nella precedente bozza, gli articoli riguardanti la rideterminazione dei canoni demaniali marittimi e fluviali e il pagamento dei contributi istruttori per pratiche concernenti impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, le coltivazioni di cave minerarie, nonché il rilascio degli attestati di certificazione energetiche. Temi che con molta probabilità potrebbero essere slittati nel collegato alla finanziaria. Con l’intento di snellire la legge di stabilità, affinché l’approvazione all’Ars possa essere più agevole possibile.
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