Opposizioni all’attacco, mentre il governo cerca di difendere la manovra e, soprattutto, la maggioranza non è mai stata così in bilico. Tra il deputato Giuseppe Gennuso ai domiciliari e le dure critiche di Vincenzo Figuccia e Marianna Caronia, che lascia presagire un loro voto contrario alla manovra, o quantomeno una loro assenza al momento del voto come già avvenuto per il bilancio regionale, ecco che il governo non è mai stato così appeso a un filo.
Prosegue a Sala d’Ercole l’esame della legge Finanziaria, tra norme sospese, provvedimenti stralciati e opposizioni pronte a intervenire su ogni singolo punto. Secondo Giancarlo Cancelleri (M5S), «alcuni provvedimenti in questa Finanziaria sono veramente imbarazzanti. Sono stati azzerati interi capitoli, mentre stiamo gettando nella disperazione alcune classi sociali».
Anche in Aula l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, ammette il pressing del governo regionale su Roma, affinché anche i 546 milioni di euro di disavanzo che gravano sul bilancio triennale, possano invece essere dilazionati sui trent’anni. «Il governo – ha detto all’Aula – è impegnato direttamente a ottenere il risultato e se lo otteniamo evidentemente potremo ripristinare le dotazioni. Parliamo di 191 milioni che in un bilancio così asfittico incide su aree delicate della società, nessuno lo disconosce. Non dobbiamo dimenticare che l’approvazione di un bilancio da 20 miliardi di euro a febbraio è di assoluta importanza, pur comprendendo le difficoltà ad approvare un bilancio così pesante».
Parla di opposizione «senza tentennamenti» il capogruppo del Pd all’Ars, Giuseppe Lupo, secondo cui la Finanziaria in discussione è una manovra «che per la prima volta non contiene nessuna somma destinata a investimenti, che è iniqua e chiaramente priva di qualunque progetto di rilancio della Regione e le cui conseguenze ricadranno su attività produttive, occupazione e sui Comuni che aspettano le risorse necessarie per gli investimenti e per garantire i servizi essenziali ai cittadini e alle imprese».
Ancora, secondo il presidente della commissione Antimafia, Claudio Fava, «il disastro dei conti della Regione ha radici antiche, che affondano negli anni di governo Cuffaro e Lombardo, senza risparmiare Crocetta. Stagioni durante le quali alcuni ruoli apicali erano ricoperti anche da illustri esponenti del governo Musumeci. Non partire da questo dato significa non voler affrontare i nodi politici di questo governo». Ma Fava ribadisce anche che «l’eventuale e auspicabile rimodulazione trentennale dell’intero debito dovrà essere utilizzata per fare fronte alle esigenze di tutti quei settori che sono in evidente sofferenza (tra questi, certamente i Consorzi di bonifica, l’Esa e la spesa sociale per gli interventi sociali) e non per alimentare il classico assalto alla diligenza da parte dei deputati della cosiddetta maggioranza».
Insomma, l’esame intanto prosegue a sala d’Ercole, ma non sotto la migliore stella. La maggioranza sperava di esitare i documenti in un paio di giorni, ma è evidente che i tempi siano destinati ad allungarsi, almeno all’intera settimana.
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