«Con questa manovra la Sicilia, da domani, sarà in shutdown come gli Usa per colpa di Musumeci e del suo governo». Lette le carte della Finanziaria, il Partito democratico va all’attacco delle scelte del governatore Nello Musumeci. Un affondo duro, fatto di numeri. Che corrispondono ai tagli su moltissime voci di spesa della Regione. Il capogruppo dem all’Ars Giuseppe Lupo parla di «una manovra di lacrime e sangue, l’impatto sociale è devastante, colpite tutte le categorie, si sta deprimendo tutta l’economia siciliana».
E inoltre, vista «la mancata proroga dell’esercizio provvisorio, che scade oggi, e in attesa dell’approvazione del bilancio per il 2019, da domani scatta per la prima volta in Sicilia la gestione provvisoria, con il conseguente blocco dell’attività amministrativa perché saranno garantire solo le spese obbligatorie mentre per il resto sarà la paralisi». Cioè quello che è successo anche negli Stati Uniti, e che Oltreoceano è noto come shutdown.
Lupo, in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, elenca i capitoli di bilancio che sono stati tagliati o impoveriti. «I tagli si articolano su quattro macro-voci di bilancio: vengono ridotti i fondi per i centri anti-violenza per 800mila euro, colpito pesantemente il trasporto pubblico locale con 43 milioni in meno (tra l’altro si tratta di fondi vincolati), 2,3 milioni in meno per il reddito d’inserimento nei cantieri di servizio, 8,7 milioni in meno per i progetti di inserimento professionale (Pip) di Palermo. Ai consorzi di bonifica 11,7 milioni in meno per le garanzie occupazionali e 8,5 per la gestione – aggiunge Lupo – C’è l’azzeramento totale del capitolo di bilancio per le garanzie occupazionali della meccanizzazione agricola Esa, di cui aspettiamo l’annunciata riforma al posto della quale arrivano i tagli come per i consorzi di bonifica».
E ancora, il Pd segnala, tagli all’Istituto vite e vino, per la Fiera del Mediterraneo, per i vivai, per l’Istituto incremento Ippico, per gli enti parco, per gli Ersu (-2,4 milioni), -2,1 milioni per le indennità dei talassemici, -1,4 milioni per l’obbligo scolastico, -422mila euro per le Ipab, azzerati 300mila euro per le adozioni internazionali, tagliati 2,4 milioni per i progetti individuali per i disabili, azzerata la posta di bilancio pari a 450mila euro per il reddito d’inclusione, ridotti gli stanziamenti per urgenza e somma urgenza per la manutenzione del demanio idrico fluviale (-6,4 milioni) e i finanziamenti per i forestali che avevano in bilancio 53 milioni, «spostati – accusa Baldo Gucciardi – al fondo si sviluppo e coesione ma in questo modo bisogna rinegoziare il programma col Cipe. Inoltre con questa manovra la cultura non esiste più, azzerata».
Secondo il Pd, 250 milioni di tagli solo per quest’anno derivano dall’accordo con lo Stato, «che è un disastro – continua Lupo – perché non assicura l’autorizzazione del disavanzo dell’intero importa di 2,1 miliardi ma soltanto di una parte, lasciando fuori 546 milioni che devono essere ammortizzati in tre esercizi. Già per quest’anno c’è un taglio di circa 250 milioni. Chiediamo alla Regione e al governo giallo-verde di trovare una soluzione».
Infine una valutazione sulle frizioni interne alla maggioranza di centrodestra che ha portato il governo Musumeci a non avere il via libera all’Ars. «Non è vero – dice il capogruppo Pd – che Musumeci non ha la maggioranza in Assemblea, ce l’ha anche se è risicata: questa è la verità. Se poi qualcuno di loro vota contro il governo, questo è un altro discorso. Musumeci ha quattro problemi: mancano i soldi, deve fare il rimpasto, c’è in atto uno scontro nella maggioranza per le Europee, e poi diciamolo sono scarsi. Con Musumeci c’è la paralisi totale».
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