«Gli emendamenti soppressivi sono dell’opposizione, al limite di qualche deputato della maggioranza, ma non del governo». È così che, attorno all’esame del 50esimo articolo della Finanziaria, il presidente dell’Assemblea, Gianfranco Micciché, sbotta ancora una volta, mentre l’esecutivo per la seconda volta va sotto in Aula. Numeri risicati nella maggioranza, a voler essere ottimisti, perché lo stesso governatore Nello Musumeci, rientrato nel pomeriggio dal tavolo ministeriale sulla continuità territoriale per seguire i lavori dell’Aula, ammette a margine della seduta: «Con me un voto in più? Tanto la maggioranza non l’abbiamo lo stesso». Già, perché con 36 deputati su 70 che sostengono l’esecutivo regionale, basta pochissimo (nello specifico gli arresti domiciliari del deputato Giuseppe Gennuso e il congedo di Luigi Genovese) per andare sotto comunque.
Insomma, come prevedibile, basta poco perché gli animi si scaldino dalle parti di Sala d’Ercole. O, appunto, un emendamento soppressivo da parte del governo a un articolo rispetto al quale già in commissione, per la verità, il governo si era espresso negativamente. La replica, che apre l’ennesimo inevitabile scontro istituzionale, arriva dall’assessore al Territorio, Toto Cordaro: «Vorrei rassicurare l’Aula e soprattutto il presidente che il governo non soffre di schizofrenia».
È in questo clima che oggi si è portato avanti l’esame della Finanziaria all’Assemblea regionale siciliana, sospesa intorno alle 18 per riprendere domattina alle 11. Sono circa 15 gli articoli accantonati su cui l’Ars tornerà domani, mentre il governo va sotto tre volte: sui consigli d’amministrazione degli Ersu, sulla norma che regolamenta l’organo di controllo del Ciapi e sull’articolo in materia di ristrutturazioni edilizie.
In compenso via libera all’aumento delle premialità per i dipendenti regionali, stop alla diminuzione dell’aliquota Irpef per le fasce meno abbienti, mentre si allontana il sogno di Gianfranco Micciché dell’orchestra del Mediterraneo. A essere stralciato, infatti, è il comma che avrebbe istituito il consiglio d’amministrazione della partecipata, facendo sostanzialmente venire meno il nuovo ente. Resta l’orchestrina, ma nella misura in cui la Fondazione Federico II è autorizzata a organizzare concerti o eventi musicali.
Tra le norme approvate quella che prevede il percorso di stabilizzazione per il personale sanitario e infermieristico dentro le carceri siciliane, dove più volte sono state evidenziate le carenze nel garantire il diritto alla salute dei detenuti. A tirare un sospiro di sollievo, invece, saranno gli abitanti dei Nebrodi e delle Madonie, con il semaforo verde alla norma che disciplina la caccia di selezione, per arginare la fauna selvatica. «In Sicilia – ha ammesso in Aula il capogruppo forzista, Giuseppe Milazzo – purtroppo si muore ancora di cinghiali».
E poi la norma sugli Ersu: oltre il dato politico sul ko del governo, ecco che l’impianto della norma resta invariato: i componenti dei consigli d’amministrazione degli enti per il diritto allo studio saranno composti da tre studenti e un docente. La proposta dell’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla, era invece quella di mantenere due rappresentanti del corpo docente e due studenti. «In questo modo invece – sottolineano i deputati dem Luca Sammartino, Giovanni Cafeo e Michele Catanzaro – l’associazionismo universitario tornerà protagonista di maggioranza all’interno dell’ente regionale per il diritto allo studio, che per troppi anni ha vissuto gestioni commissariali».
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