Figurone del Trapani, figuraccia della Coppa Italia

di Gabriele Bonafede

C’è mancato poco per realizzare il colpo del secolo: il Trapani che rimonta tre gol all’Inter nel “tempio” del calcio italiano e cioè lo stadio di San Siro.

Va sottolineato che, contrariamente all’Inter che ha schierato giocatori poco utilizzati ma partiti con possibilità di giocare da titolari la stagione, il Trapani ha praticamente schierato la seconda squadra a disposizione. Ha anche sfiorato il pareggio con un uomo in meno negli ultimi minuti dell’incontro nei quali, inoltre, non gli è stato assegnato un rigore per netto fallo di mano volontario da parte di un difensore interista in area nerazzurra.

La partita di ieri sera al Meazza, conclusasi 3-2 per i milanesi che avevano chiuso in vantaggio per 3-0 il primo tempo, dimostra come la formula della Coppa Italia è assolutamente inadeguata.  Snobbato da tifosi interisti, presuntuosi quanto la loro squadra, il “Trapani 2” ha fatto un figurone davanti a un pubblico in larga parte granata e uno stadio praticamente vuoto rispetto alla capacità. Gli spettatori sono stati solamente 12.714 in uno stadio che ne contiene 81.277.

Se un’eventuale partita di ritorno fosse stata giocata a Trapani ci sarebbe stato il pienone che però corrisponde a soli 7.148 spettatori. Ma i siciliani avrebbero avuto grandi chance di passare il turno eliminando l’Inter, visto il risultato finale a San Siro.

Trapani Stadio Provinciale. Foto tratta da da Wikipedia

Inoltre, il Trapani avrebbe potuto giocare la gara al Barbera (meno di un’ora di strada da Trapani) proprio per accogliere più tifosi. E sarebbe stata una grande festa siciliana perché, anche se esistono rivalità tra tifosi granata e tifosi rosanero, i palermitani sarebbero accorsi in massa allo stadio insieme ai “cugini” per tifare una squadra dell’Isola, mettendo da parte qualsiasi rivalità. Oppure il Trapani avrebbe potuto giocare a Catania, visto il gemellaggio tra le tifoserie granata e rosso-azzurra.

Il problema è che la formula della Coppa Italia è stata progettata per favorire i grandi club su quelli “piccoli”, snaturando il significato stesso della competizione. Le coppe nazionali e di “lega”, infatti, sono nate e sono state realizzate in tutti (o quasi) i Paesi d’Europa proprio per far competere sullo stesso piano piccoli club con grandi club nazionali mettendoli in condizioni paritarie fin dall’inizio. In Italia, invece, ormai si giocano partite “secche”, senza andata e ritorno, e per giunta nel campo della squadra meglio classificata nell’anno precedente. Un’assurdità tra le tante nel calcio italiano il quale, non a caso, è in pina crisi tecnica, di risultati e di rappresentatività nelle competizioni internazionali per club.

Un’assurdità che genera figuracce come quella di ieri, con uno stadio praticamente vuoto e in campo le riserve. E con la squadra teoricamente più forte che gioca con presunzione e sufficienza impressionanti finendo per non onorare lo sport.

Al Trapani va un grande plauso per aver onorato lo sport anche con la squadra “2” e grazie anche alle  migliaia di tifosi accorsi alla trasferta. Lo stesso non si può dire all’Inter e agli organizzatori della Coppa Italia.

Gabriele Bonafede

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