Avrebbero dovuto esporre le ragioni del No al referendum costituzionale oggi pomeriggio – in occasione dell’arrivo della ministra Maria Elena Boschi alla festa nazionale de l’Unità – con un gazebo e un volantinaggio davanti alla villa Bellini, ma dalla questura è arrivato lo stop. Niente da fare per i partiti di centrodestra. L’area intorno al giardino pubblico catanese è interdetta a qualsiasi tipo di manifestazione.
Una misura, quella imposta dalla Digos, che le diverse anime della destra catanese considerano una limitazione alla libertà di espressione del dissenso. «Non voglio sindacare le ragioni dell’apparato di sicurezza – commenta Ruggero Razza di #Diventerà bellissima – ma siamo davanti a un’eccessiva compressione dei diritti. Penso che di fronte al plebiscito di Sì che occupa i giornali – continua – ogni volta che si vuole comprimere uno spazio di partecipazione si sbaglia sempre. La villa è blindata e questo non fa bene, ci sono più poliziotti che partecipanti».
Scende nel dettaglio della vicenda Manlio Messina, di Fratelli d’Italia, che ha parlato direttamente con la polizia per ottenere i permessi. «Avevamo chiesto di fare un volantinaggio, ma ci hanno risposto che al massimo potevamo metterci dall’altra parte di via Etnea – spiega il consigliere comunale – Voglio chiarire che non ci sarebbero stati né striscioni, né fischietti, né megafoni ma solo volantini. A Catania la politica ormai è al livello di una barzelletta e i principi democratici sono andati a quel paese – continua Messina – Non ci hanno nemmeno invitato per il contraddittorio, come si fa di solito». Secondo il rappresentante del partito di Giorgia Meloni, il sindaco Enzo Bianco starebbe utilizzando «a suo piacimento» uno spazio comunale che dovrebbe essere di tutti, rendendolo di fatto «blindato e inaccessibile». «Buttarci dall’altro lato di via Etnea non ha senso – continua Messina – A questo punto noi non prestiamo il fianco a questi giochi e abbiamo deciso di non fare niente».
Insieme a Messina, questa mattina, in conferenza stampa anche Francesco Sicali di #Diventerà Bellissima, Pippo Arcidiacono di Forza Italia, Carmelo Coppola di Forza Italia Giovani e Debora Borgese di Terra Nostra hanno denunciato quella che secondo loro è una violazione dei diritti costituzionali. «Evidentemente per il Partito democratico e per chi lo rappresenta questo abuso è lecito – commenta Debora Borgese – e in linea con il modus operandi di partito che per promuovere la sua festa si è avvalso anche degli impianti abusivi per i manifesti».
Intanto, questa mattina, dall’altra parte dello scenario politico, Matteo Iannitti di Catania bene comune, ha denunciato la chiusura del giardino comunale alle famiglie che sono state bloccate dalle forze dell’ordine e costrette a tornare indietro.
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