«Una recita patetica». Antonio Rubino, responsabile organizzativo del Pd Sicilia, archivia così la polemica con l’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania. Un botta e risposta a colpi di post su Facebook e tweet che ha animato i primi due giorni della Festa dell’Unità. All’origine dello “scontro” la decisione dei democratici di annullare due dibattiti, su mobilità e decentramento, a cui Catania avrebbe dovuto partecipare, saltati perché Rifondazione comunista (partito a cui è iscritto l’assessore) ha deciso di aderire alla manifestazione organizzata a Palermo contro le politiche del governo Renzi.
«Analfabeti politici – aveva commentato Catania –. Confondono il ruolo istituzionale con l’appartenenza politica. Da europarlamentare ho incontrato ministri leghisti e dell’estrema destra, come il ruolo mi imponeva. Ma il Pd preferisce continuare a pontificare senza contraddittorio». «Catania ha costruito ad arte la polemica – dice Rubino a MeridioNews – per cercare un po’ di visibilità per sé e il suo partito. Un tentativo triste oltre che mal riuscito a giudicare dai numeri del corteo anti Pd». Di più. «Una recita patetica, perché noi non abbiamo escluso nessuno. L’assessore non ha risposto all’invito dell’organizzazione per quattro giorni, poi ha fatto scoppiare il caso. Non accettiamo sfottò e beffe da nessuno meno che mai da Catania, che non si può permettere di offendere nessuno dei dirigenti del Pd, definendoli “analfabeti politici”».
Ai Cantieri culturali della Zisa Catania avrebbe dovuto parlare di decentramento e mobilità, «due tematiche di cui dovrebbe occuparsi seriamente perché, a giudicare dai risultati, nessuno in città si è accorto della sua azione». E invece la Festa dell’Unità, che i democratici sono tornati ad organizzare dopo una parentesi lunga quattro anni, punta a costruire «una proposta politica per la città». Perché i problemi che affliggono Palermo restano «quelli storici»: dal traffico e dalla mobilità ai rifiuti. «Nell’esperienza amministrativa di Orlando c’è un deficit: manca un’idea complessiva della città del futuro, che noi vogliamo contribuire a costruire» dice ancora Rubino. Attraverso il dibattito e il confronto con diverse anime della politica, della società civile e dell’associazionismo.
«La Festa dell’Unità non è mai stata autoreferenziale» spiega il responsabile organizzativo del Pd Sicilia. Nessuno scandalo, dunque, se tra gli invitati ci sono anche esponenti dell’Udc, che «in Sicilia è al governo con Crocetta» o di Ncd, che è «partner di governo a Roma». Resta l’obiettivo ambizioso. A partire dallo slogan della kermesse («Il Sud decolla») che fino al prossimo 4 ottobre animerà i Cantieri culturali della Zisa con decine di appuntamenti tra dibattiti, convegni, presentazioni di libri e momenti di intrattenimento. «La festa nasce sulla base del lavoro fatto dalla direzione e della rinnovata attenzione al Sud, di cui già nella manovra di stabilità ci sono i primi segnali. E i numeri delle prime due giornate con circa 40mila visitatori testimoniano il successo di questa scelta». Il grande atteso resta lui, il premier Renzi. Al momento nessuna conferma sulla sua presenza. Colpa del «lavoro sulle riforme che si sta facendo a Roma, ma il presidente del Consiglio è l’uomo delle sorprese» conclude Rubino. Il blitz, dunque, potrebbe essere dietro l’angolo.
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