«Papà aiutami, il mio ex ragazzo si trova qui e mi impedisce di aprire la porta». È stato questo messaggio, arrivato sul cellulare del padre di Alessandra Musarra, a far scattare l’allarme. Ma quel testo sarebbe stato inviato da Cristian Ioppolo, dopo aver ucciso la sua fidanzata. Un sms inviato per depistare e che ha portato alla scoperta del cadavere della 30enne, pieno di lividi sul volto e sul corpo. Attorno pure delle macchie di sangue. La donna sarebbe stata strangolata dal fidanzato 26enne su cui si sono subito concentrate le indagini della squadra mobile di Messina. Il ragazzo ha prima cercato di negare quanto successo, provando a indirizzare gli investigatori sull’ex fidanzato, ma dopo un estenuante interrogatorio è crollato e ha ammesso quanto ha fatto.
A chiamare la polizia sono stati gli operatori del 118, intorno alle otto e mezza del mattino. Il cadavere della giovane donna viene trovato nella sua abitazione in contrada Campolino, zona Santa Lucia Sopra Contesse. È vicino al letto, addosso non ci sono segni di ferite da arma da fuoco o da taglio. Oltre alle probabili percosse, la donna potrebbe essere stata strangolata. A determinarlo con precisione sarà l’autopsia che è stata affidata alla dottoressa Elvira Napoli.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i due stavano insieme dallo scorso aprile e convivevano più o meno stabilmente in quella casa dal mese successivo. Ultimamente però avrebbero litigato spesso e ieri, dopo l’ennesima discussione, Alessandra avrebbe bloccato il suo fidanzato su Whatsapp. La lite sarebbe degenerata in una feroce violenza, ma il 26enne avrebbe poi agito con lucidità: prima prendendo il cellulare della ragazza ormai e morta e inviando, intorno alle due della notte, il messaggio al padre di lei che lo ha letto solo stamattina, immaginando già di depistare le indagini; poi tornando a casa e cambiandosi i vestiti. Infine avrebbe fatto trovare alla polizia solo alcune parti del telefono. Gli investigatori ci hanno messo poco a capire che l’ex ragazzo, con cui Alessandra si era lasciata ormai sei anni fa, non c’entrava niente. E che l’orribile realtà stava invece da tutt’altra parte.
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