Piano strade Regione tra speranze e polemiche Ex Provincia, «Progetti ci sono, mancano i soldi»

Il piano straordinario sulle strade provinciali messo a punto dalla Regione si porta dietro speranze e polemiche. Speranze da parte dei Comuni dell’hinterland palermitano, che vedono spiragli di luce per quanto riguarda alcune situazioni disastrose che si portano dietro da anni, come quelle di Polizzi Generosa e Valledolmo. Ma c’è anche chi non ci sta ad essere etichettato come inadempiente, come i dipendenti della Città metropolitana di Palermo (ex Provincia). 

In pratica la Regione, avvalendosi dei fondi Apq e del Patto per il Sud, ha avocato a sé la fase di progettazione e non solo, grazie ad accordi con le ex province. Dei settanta interventi presenti nell’elenco, soltanto alcuni potranno essere cantierabili già dalla prossima primavera. Sono undici quelli programmati nella Città metropolitana di Palermo con fondi stanziati pari a 17 milioni e 275 mila euro. Tra questi spicca quello di Polizzi Generosa, teatro recentemente di numerose proteste per la Sp 119 chiusa da tredici anni. Qui la Città metropolitana di Palermo si è impegnata dare priorità all’opera nella propria programmazione, per individuare possibili risorse. Ma il sindaco di Polizzi Generosa, Giuseppe Lo Verde, malgrado l’ottimismo, ha invitato a tenere alta la guardia. «Le insidie burocratiche – ha detto il primo cittadino – sono dietro l’angolo». 

Altro caso riguarda invece la Sp8 di Valledolmo, che collega la cittadina all’autostrada. Anche qui la Regione ha avocato a sé la fase di progettazione: «In realtà i fondi stanziati con il governo Crocetta nel 2015 per Valledolmo sono cinque milioni – dice il presidente del Consiglio comunale di Valledolmo Peppuccio Catania – tre milioni per l’intero tratto dell’Sp8 e poi altri due per la consortile 13, che funge da bretella di collegamento con Tremonzelli». Oltre a mancare la progettazione esecutiva «l’ex provincia non aveva le somme a disposizione – aggiunge Catania – la Regione quindi procederà entro cinque mesi a mandare a bando gli interventi sulla strada provinciale. Avevamo cercato di fare da noi il progetto, insieme al sindaco, cercando un accordo simile a quello che ha stipulato la Regione con la Città metropolitana, ma non è stato possibile farlo. Per i cittadini di Valledolmo è arrivato finalmente lo sblocco di una situazione che andava avanti da almeno due anni e mezzo, «e la possibilità di ripristinare non solo le strade – sottolinea il presidente del consiglio comunale –  ma anche un minimo di dignità a chi le percorre ogni giorno. Ci sono problemi di avvallamenti, smottamenti, quindi di sicurezza, anche a causa delle manutenzioni che non vengono fatte da anni. Le strade sono aperte, anche se alcuni tratti della Sp8 sono parzialmente chiusi. I cantieri dovrebbero partire entro fine anno e si spera che nella primavera del 2020 siano terminati». 

Una bacchettata nemmeno troppo velata quella della Regione nei confronti delle ex province: «Il presidente Musumeci più volte ha detto che bisogna aggredire una situazione diventata indifendibile, cioè il ruolo delle province che non riescono più a salvaguardare la tenuta delle nostre strade provinciali – ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone – Abbiamo fatto, così, una convenzione per poterci sostituire negli interventi, non soltanto nella progettazione ma anche nei bandi di gara e quindi nella esecuzione delle stesse opere».

Affermazioni che hanno provocato amarezza nei dipendenti della Città metropolitana di Palermo, che non ci stanno ad essere indicati come i responsabili della realtà disastrosa delle strade provinciali: «Loro dicono che non abbiamo i progetti, ma la realtà è che ce ne sono diversi pronti e in itinere, ma che non sono resi esecutivi in quanto mancano alcune analisi geologiche, come i carotaggi, indispensabili per verificare tra l’altro le condizioni delle falde acquifere e del sottosuolo – afferma Saverio Cipriano, Fp Cgil Palermo -. I carotaggi devono essere affidati a un soggetto esterno, ma visto che non abbiamo chiuso i bilanci, non ci sono le somme per poterli pagare, siamo bloccati. Ci hanno messo al tappeto con le loro politiche e i loro tagli, con il prelievo forzoso e i mancati trasferimenti, e adesso ci dicono che non abbiamo i progetti esecutivi. Nel momento in cui nel corso della progettazione subentra la necessità di spendere delle cifre legate a un’attività della stessa, come i carotaggi o stampare le carte dei progetti, restiamo bloccati. Oggi accusarci di non averli completati è un’offesa per chi lavora e continua a lavorare. Oltre al danno, la beffa».

Stefania Brusca

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