Favorita, il campo nomadi ancora tra rifiuti e degrado  «Istituire tavolo tecnico a tutela di famiglie e riserva»

Da tempo si cercano soluzioni per restituire decoro alla città, tutelando allo stesso tempo le persone che vivono all’interno del campo nomadi di Palermo nella riserva naturale orientata di Monte Pellegrino. Dagli anni Novanta, ovvero da quando è stata costituita, la riserva è stata affidata all’associazione nazionale Rangers d’Italia. Le famiglie che vi abitano risiedono lì, nella «zona B» della riserva, già da prima che questa vedesse la luce.

Tante le proposte che si sono avvicendate negli anni ma «la situazione è rimasta la stessa, sia per quanto riguarda le condizioni in cui vivono circa venti famiglie, che per lo stato di degrado che si riscontrano nelle immediate vicinanze», dice Giovanni Provinzano, operatore di sorveglianza della riserva.  «La situazione è delicata e i problemi da risolvere sono tanti  – continua Provinzano – l’abbandono di rifiuti, da quelli ingombranti al materiale legnoso fino ad altri difficili da smaltire in tempi brevi». Provinzano ricorda ad esempio come tempo addietro siano state abbandonate delle carcasse di auto che sono state portate via dalla polizia dopo un anno, tempo necessario a svolgere le dovute verifiche. Oltre ai rifiuti ci sono «le case pericolanti, fatte per lo più di legno e altro materiale, dove abitano anche bambini, una situazione che andrebbe risolta anche a tutela delle famiglie, offrendo alloggi alternativi e facendo rispettare il divieto a costruirne altri, in questo il Comune ha fatto passi in avanti», afferma ancora l’operatore di sorveglianza. Un altro problema è l’energia elettrica. «Fino a ieri abbiamo riscontrato e fotografato un fatiscente allaccio elettrico che fornisce l’energia ad alcune casupole del campo, che costituisce un potenziale pericolo», denuncia l’associazione Comitati Civici.

I ranger non hanno funzioni di pg, possono solo sollecitare interventi e stilare relazioni sulla situazione: «Non ci sono soluzioni nell’immediato ma qualcosa è stato fatto – afferma Provinzano – sarebbe opportuno istituire un tavolo tecnico permanente per tutelare gli abitanti del campo e la riserva. Dato che si tratta di un insieme di attività che competono diversi uffici comunali, ognuno dovrebbe offrire il proprio contributo secondo le proprie competenze, dare supporto per risolvere questo problema, dettando tempi e modalità». 

Stefania Brusca

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