Favignana, sta meglio il cane preso a fucilate Nell’Isola 27 sono morti avvelenati in due anni

Da quando era morto il suo padrone, Leo, un meticcio dal pelo nero, vive tra la casa di sempre e la piazza centrale di Favignana. È lì che sabato mattina una signora lo ha trovato, ferito da tre proiettili di fucile, agonizzante e con difficoltà respiratorie. È stato soccorso e, grazie all’equipe veterinaria della clinica Animal Care di Marsala, non è più in pericolo di vita, anche se le sue condizioni restano gravi. Dopo aver dato l’ultimo saluto a chi lo aveva accudito, seguendolo fin dentro la chiesa nel giorno del funerale, è diventato un randagio, pur continuando ad avere un tetto sotto il quale dormire. «È un cane calmo, che abbaia solo se istigato», raccontano i residenti. Eppure qualcuno gli ha sparato. Un caso non isolato nell’isola delle Egadi. Tutt’altro, considerato che «negli ultimi due anni sono morti avvelenati 27 cani e una quarantina di gatti», come racconta Pietro Giangrasso, attivista del locale meetup del Movimento cinque stelle.

Il sindaco dell’isola, Giuseppe Pagoto, parla di «brutale inciviltà». «La ferocia nei confronti di Leo – ha detto – ci coglie impreparati. Da parte nostra arriva la più ferma condanna e metteremo impegno per individuare il responsabile. Ci siamo fatti carico delle cure del cane e rivolgiamo un ringraziamento ai volontari, per l’indispensabile aiuto rivolto alla bestiola ferita, e ai veterinari, che gli hanno salvato la vita e lo stanno seguendo». I medici veterinari sono riusciti a estrarre solo il proiettile dall’addome, gli altri due – uno nel polmone e uno vicino alla colonna – non si possono estirpare perché in zona troppo pericolosa per la sua salute. «Speriamo in un recupero di Leo – ha concluso il sindaco – e poi in un affidamento che lo tolga dai pericoli della strada, con persone che possano accoglierlo e prendersi cura di lui». E le richieste di adozione stanno arrivando da ogni parte d’Italia. 

Leo, anche dopo la morte del suo padrone, la notte torna a casa. «Non dà fastidio ma non è ben visto da un gruppo di ragazzini che a volte lo vanno a disturbare, talvolta anche buttando petardi sotto la porta», spiega Giangrasso. Ma, guardando ai numeri di animali morti per avvelenamento degli ultimi anni, il fenomeno appare decisamente più grave. «Da due anni registriamo costanti avvelenamenti, non solo di randagi – continua l’attivista – sono morti così 27 cani e 40 gatti. La scorsa estate una dozzina di cani è stata avvelenata con il lumachicida, una polvere che usano gli agricoltori per allontanare le lumache ma che attacca il sistema nervoso degli animali. Sembra quasi che qualcuno lo faccia per divertimento».

Salvo Catalano

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