Faro di Ustica, tre progetti per rinascita Licciardi: «Entro un mese il vincitore»

Il faro di Ustica ricomincia da tre. Tante, infatti, sono le proposte per il rilancio dell’immobile che potrebbero donargli un nuovo volto trasformandolo in un resort di lusso o in un centro di ricerca destinato allo studio della fauna marina. Il suo destino, tuttavia, si conoscerà soltanto tra un mese, quando la commissione nazionale comunicherà l’esito della selezione e proclamerà il progetto vincitore. Al momento, si sa soltanto che sono tre le domande ammesse al primo bando di gara del Demanio che propone in affitto, fino a 50 anni, 11 strutture di proprietà dello Stato. Al termine della scadenza della selezione, il 12 gennaio, sono giunte numerose richieste, un boom, per un totale di 39 progetti. Tra queste, ben tre rivolte al faro di Uscica che, sebbene ancora in funzione, da circa vent’anni è ormai disabitato

Adesso la commissione ha un mese di tempo per valutare le singole proposte. Solo allora si conoscerà il vincitore e, quindi, il futuro del faro. Si tratta certamente di un’occasione unica di rilancio per l’intero territorio che la piccola comunità usticese ha accolto con entusiamo, a partire dal suo primo cittadino, Attilio Licciardi. «Abbiamo appreso solo ieri che per il nostro faro sono stati presentati tre domande – racconta Licciardi – al momento non sappiamo altro, perché il bando è gestito da una commissione nazionale per conto dello Stato, noi non abbiamo alcun ruolo. Il dato, comunque, è in linea con quello delle altre regioni del Paese e ci fa ben sperare. Possiamo dire con certezza – afferma – che per metà febbraio si conoscerà finalmente il nome della società vincitrice e i dettagli relativi al progetto scelto dal Demanio». 

Nel frattempo, le proposte saranno valutate e riceveranno un punteggio sulla scorta della credibilità dell’offerta, della durata e, sopratutto, dell’entità economica. L’onere del recupero del bene, infatti, toccherà alle singole società così come la tipologia degli interventi, comunque non invasivi ma conservativi. Fin da subito, il faro di Ustica ha attirato molte attenzioni. Durante i sopralluoghi da parte dei rappresentanti delle società interessate, almeno una quindicina, l’ipotesi più gettonata puntava alla ricettività turistica di altissima qualità. Altre proposte, invece, ad attività collegate al mare e società sportive di immersione subacquea e persino con scopi scientifici, laboratori di ricerca e musei. «Da ormai troppi anni – prosegue – il corpo basso del faro è disabitato e tutta la struttura necessita di importanti interventi di ripristino. Adesso siamo sereni, abbiamo la certezza che la procedura andrà in porto e sicuramente tra queste tre offerte ci sarà quella giusta». E tra le ipotesi in campo, quella più invitante rimane sempre quella destinata al turismo. «A nostro avviso – conclude – immaginiamo che un privato possa essere più interessato a trasformarlo in una struttura turistica di alto livello, la soluzione più appetibile».

Antonio Mercurio

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