Farmacia, morta il giudice a latere Sgro L’udienza rinviata in attesa di un sostituto

Nuova battuta d’arresto per il processo per disastro ambientale e gestione di discarica non autorizzata all’interno dell’ex facoltà Farmacia di Catania. La morte,  avvenuta mercoledì, del giudice a latere Cinzia Sgro ha portato ad un inevitabile rinvio dell’udienza odierna. Un collegio composto in maniera diversa ha accolto gli avvocati e i teste convocati per oggi, tra i quali alcuni parenti delle presunte vittime del laboratorio dei veleni. «La sezione è in lutto, ma stiamo cercando di mantenere gli impegni».

Per il complesso procedimento, il presidente del Tribunale Bruno Di Marco ha già predisposto la ricerca di un sostituto che possa seguire l’incarico con lo stesso impegno già profuso dal giudice Sgro e dal presidente del collegio, Ignazia Barbarino che ha imposto un fitto calendario di udienze. Il nuovo giudice a latere dovrebbe insediarsi già dai primi giorni di febbraio, in tempo per la prossima udienza prevista per giorno 8.

Ma assieme al dolore che si respira in ogni angolo del palazzo di giustizia per la scomparsa della componente della terza sezione penale, si aggiunge l’angoscia dei parenti delle parti civili. Il timore, infatti, è sempre la prescrizione dietro l’angolo. Sono stati già esclusi dal procedimento i familiari di Emanuele Patanè, il dottorando grazie al quale è venuto alla luce in tutta la sua gravità il caso e che ha lasciato un’importante testimonianza nel memoriale acquisito tra gli atti del processo. Anche se tutti i teste dell’accusa sono già stati ascoltati, mancano ancora quelli delle parti civili e delle difese. Un percorso lungo, una lotta contro il tempo, che si dovrà snodare senza altri intralci per le prossime 17 udienze del 2013.

La speranza dell’accusa, sostenuta dal pm Lucio Setola, e degli avvocati delle parti civili è che i legali della difesa non chiedano una revisione del processo. Un’opzione che rientra tra le facoltà degli imputati visto il cambiamento di un membro del collegio giudicante. E che rischia di compromettere il lavoro finora svolto anche per il processo parallelo per omicidio colposo plurimo aggravato per il quale si attende solo l’avviso di conclusione delle indagini. Quello in corso rappresenta un tassello importante, visto che udienza dopo udienza emerge un ritratto sempre più fosco dell’ambiente nel quale docenti, studenti e dipendenti lavoravano quotidianamente.

Carmen Valisano

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