Farmacia, il laboratorio dei veleni arriva in tv Con il fiato sospeso su Rai Tre il 7 gennaio

E’ partito dal cinema King di Catania e, dopo essere stato ospite in serate evento in tutta Italia, il mediometraggio Con il fiato sospeso arriva in tv. Il film della regista palermitana Costanza Quatriglio sul laboratorio dei veleni all’ex facoltà di Farmacia dell’ateneo catanese è stato scelto da Rai3 e verrà mandato in onda martedì 7 gennaio in seconda serata, alle 23.20. Subito dopo il talk Ballarò e nella fascia oraria che solitamente è occupata dal programma Gazebo, di Zoro. Il film, della duranta di 35 minuti, si concluderà infatti entro mezzanotte. «E’ uno spazio meraviglioso e dimostra che la pellicola in questi mesi si è fatta largo. Rai3 ha capito che era un lavoro necessario, perché il cinema ha il dovere di raccontare queste storie», commenta Quatriglio.

Con il fiato sospeso prende spunto dal memoriale di Emanuele Patanè, il dottorando morto nel 2003 per un tumore ai polmoni. Un atto d’accusa contro i vertici della facoltà, un elenco delle anomalie all’interno dell’ambiente in cui faceva ricerca e la denuncia di altri casi di malattia simili al suo. Sono sette le vittime che potrebbero essere legate al laboratorio dei veleni. Da quel documento sono nati due processi: quello di primo grado per disastro ambientale e falso sta per concludersi, mentre per il secondo, in cui il l’accusa è omicidio colposo, il pm ha chiesto l’archiviazione. «Prima di commentare queste novità preferisco conoscere meglio i documenti, è una notizia troppo importante», sottolinea la regista palermitana che, andando in giro per l’Italia, ha ricevuto premi e riconoscimenti, l’ultimo al Clorofilla film festival di Firenze organizzato da Legambiente.

«Ma la cosa più importante è che la proiezione coincide spesso con un dibattito – sottolinea Quatriglio – c’è sempre qualcuno che si alza e si lamenta di vivere situazioni simili a quella che racconto. Anche se poi pochissimi contribuiscono a un confronto pubblico di più ampia portata, che va avanti anche sul sito». Situazione che si è ripetuta anche in ambienti universitari, dove la regista è stata ospite. «A Bari ad esempio, i professori dicevano che questi argomenti vanno affrontati di più e sottolineavano il rischio che la riduzione dei finanziamenti porti a una scarsa manutenzione dei laboratori», aggiunge Quatriglio. Il mediometraggio ha fatto emergere i disagi più o meno nascosti in tanti atenei italiani. «Con questo film – conclude l’autrice – sfidiamo la logica del farsi i fatti propri, quella che ha permesso alla libertà di esprimersi e di denunciare di rimanere fino ad ora sommersa».

Salvo Catalano

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