Il porto di Palermo ha tutte le carte in regola per potere operare nella fase di smaltimento del relitto della Costa Concordia, la nave da crociera finita sugli scogli la sera del 13 gennaio dello scorso anno a due passi dall’isola del Giglio.
Sulla vicenda interviene il parlamentare nazionale del Pd, Davide Faraone, che ha presentato un’interrogazione ali Ministro dellAmbiente. Corrado Clini. Il deputato nazionale siciliano chiede al Governo “di considerare il porto di Palermo come il sito strutturalmente ed economicamente più adatto in questa circostanza”.
Il Governo dimissionario di Mario Monti, infatti, in fretta e furia ha deciso che il relitto debba essere trasportato nel porto di Piombino. “Peccato che il porto toscano -osserva Faraone – non abbia i requisiti per accogliere una nave di quelle dimensioni. Così, arbitrariamente, è stato deciso, inoltre, di stanziare ben 140 milioni di euro per lavori di adattamento e di ampliamento del porto di Piombino”.
“Perché – incalza il deputato del Partito democratico – investire questi fondi pubblici, quando il porto di Palermo, potrebbe accogliere e operare sul relitto senza necessità dinvestimenti preventivi sulle infrastrutture portuali? Perché questo governo tecnico prima fa della spending review il suo vessillo e poi è pronto a spendere 140 milioni di euro per degli inutili lavori di adattamento del porto di Piombino, quando in Italia ci sono alternative a costo zero?”.
“La cantieristica navale siciliana – conclude Davide Faraone – è in ginocchio, colpita dalla crisi del settore. Lo smaltimento della Costa Concordia potrebbe essere per i nostri cantieri e per tutti gli operai, oggi quasi tutti in cassa integrazione, una grossa opportunità di rilancio.
Nella vicenda del recupero del relitto della Costa Concordia è coinvolta Fincantieri, che dovrà realizzare il cassonetti per portare in galleggiamento la nave da crociera . La commessa – una decina di milioni di euro – prevede la costruzione, in vari stabilimenti di Fincantieri, di 30 cassoni di acciaio, indispensabili per portare il relitto della Costa Concordia in galleggiamento.
Una volta messa in galleggiamento, bisognerà trovare il porto che dovrà ospitare il relitto. Faraone, giustamente, sostiene che il Governo Monti, invece di spendere soldi per risistemare il porto di Piombino, potrebbe utilizzare, a costo zero, il porto di Palermo dove Fincantieri gestisce il Cantieri navali della città.
Sulla vicenda interviene anche il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. I Cantieri navali di Palermo – dice Orlando – sono il candidato migliore per effettuare i lavori di smontaggio del relitto della Costa Concordia.
Il Sindaco si sofferma anche sulle maestranze del capoluogo siciliano che hanno già accumulato grande esperienza in questo tipo di lavori su navi grandi e grandissime.
Da Palermo – ricorda Orlando – sono partiti i grandi cassoni necessari per il lavoro di recupero del relitto al Giglio. Spero quindi che questa esperienza e questa professionalità – conclude – siano adeguatamente valorizzate per questo importante lavoro, senza gravare in modo esorbitante sulle casse pubbliche come avverrebbe con altre soluzioni.
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