Davide Faraone non ci sta a passare come chi ha difeso la posizione del Presidente della Regione, Rosario Crocetta, nel durissimo scontro con il Partito Democratico. Il parlamentare nazionale, in quota Matteo Renzi, parla di una interpretazione distorta della sua intervista di ieri su Repubblica. “Il mio- dice a LinkSicilia- era un ragionamento riferito al partito. Per quanto riguarda il Governo regionale non ho esitato a definirlo come un Governo che distrugge e che si affida ai trasformisti per la rivoluzione. Avete dato una interpretazione distorta”.
In effetti da Faraone, molto prima dello strappo Crocetta-Pd, non sono mai mancati siluri al Presidente della Regione e, in suo famoso post, con una certa dose di coraggio, non aveva mancato di lanciare strali contro lo strapotere dei professionisti dell’antimafia di sciasciana memoria nel Governo regionale.
C’è da dire, che non è stato solo questo giornale a leggere come un’apertura a Crocetta la presa di posizione dei renziani siciliani. Certo le ragioni saranno più romane che palermitane, manovre precongressuali, insomma. E non è un caso che, ieri, lo stesso Presidente della Regione, ieri si sia esplicitamente paragonato a Matteo Renzi: “Abbiamo tante cose in comune” ha detto da Roma.
Fatto sta che Faraone, ci tiene a chiarire e a riportare il discorso su quella che per lui è la questione fondamentale, ovvero il futuro del Pd:
“Ho letto sui giornali che Epifani ieri non ha incontrato Crocetta perché impegnato nei lavori d’aula. Non sopporto le bugie e sfortunatamente Guglielmo sta seduto due banchi sotto al mio in Aula. Lui non ha partecipato alle votazioni e se non ha incontrato Crocetta lo ha fatto scientemente- scrive il deputato renziano su Facebook- Le ragioni possono essere diverse. Pensa abbia ragione Lupo: è infastidito per una crisi che si poteva evitare in un momento in cui lo scontro a Roma con il Pdl è durissimo; è impegnato ad organizzare il congresso.
Tutte ragioni valide. Però la verità è una: nessuno può credere che in una regione dove il centro sinistra ha sempre perso, dopo appena 9 mesi, si siano smarrite le ragioni dello stare insieme. E tutti evitano sistematicamente di affrontare la questione. Il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, – sottolinea Faraone- ha fatto bene a chiedere con forza un chiarimento. Un lenta agonia non è utile al Pd, al governo e soprattutto ai siciliani.
Noi siamo al governo per fare la rivoluzione. Se invece ci limiteremo al galleggiamento e alle rappresaglie parlamentari, meglio staccare la spina. Bisogna fare in fretta, le emergenze non attendono, la crisi è pesante e servono risposte immediate. Come per MasterCard, per tutto il resto c’è il congresso. Da fare bene e senza accordi sottobanco. Serve un partito rinnovato. A Roma il mio amico Matteo ha già scritto “Oltre la rottamazione”, in Sicilia dobbiamo ancora cominciare”.
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