Falcone, Pogliese a D’Asero: agrumicoltura in crisi. E i 2,1 miliardi di euro del Psr 2007-2013 che fine hanno fatto? Funiculì funiculà?

A QUANTO PARE, ANCHE PER I TRE PARLAMENTARI – DI MAGGIORANZA, DI OPPOSIZIONE? BOH! – PER I SOLDI DELLA VECCHIA PROGRAMMAZIONE VALE LA ‘REGOLA NAPOLETANA’: “CHI HA AVUTO HA AVUTO E CHI HA DATO HA DATO… SCURDAMMOCE ‘O PASSATO SIMMO E NAPOLI PAISA””

La crisi dell’agrumicoltura, in Sicilia, a quanto pare c’è per davvero. Noi ne dubitavamo, dal momento che, nella nostra Isola, negli ultimi sei anni, sono stati spesi 2,1 miliardi di euro di fondi europei a sostegno delle attività rurali. Ma, a quanto pare, la crisi c’è lo stesso.

Ne hanno parlato stamattina, a Catania, nel corso di una conferenza stampa, i parlamentari regionali Marco Falcone e Salvo Pogliese di Forza Italia e Nino D’Asero del Nuovo centrodestra democratico.

Dopo aver evidenziata la grave crisi che investe il settore agrumicolo siciliano, i tre parlamentari – di maggioranza, di opposizione? non lo comprendiamo più – hanno illustrato le varie proposte di cui si sono fatti promotori per fermare la crisi e fare dell’agrumicoltura un settore strategico dell’agricoltura siciliana.

Prioritariamente chiederanno al Governo di provvedere al ritiro dell’attuale produzione, pur nei limiti sugli aiuti di Stato imposti dall’Unione europea.

Falcone ha sollecitato l’apertura di un tavolo di concertazione con le organizzazioni dei produttori per programmare interventi nel Nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020. Obiettivo: la diversificazione della tipologia degli agrumi con lo scopo di ottenere una produzione che possa coprire un più vasto periodo dell’anno.

Pogliese ha posto l’accento sulla necessità di ripristinare la ricomposizione fondiaria per consentire oneri meno gravosi nei trasferimenti di proprietà.

Nota a margine

Per carità: tutto corretto. Corretta (anche se con ‘appena’ 20 anni di ritardo) l’esigenza di puntare su cultivar precoci e tardive di arance. Corretta l’esigenza di procedere alla ricomposizione fondiaria, questione che la Regione siciliana ignora da oltre trent’anni.

Detto questo, gli onorevoli Falcone, Pogliese e D’Asero ci dovrebbero spiegare perché dovremmo cominciare a pensare alla Programmazione del Piano di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 se prima non sappiamo nemmeno come sono stati spesi i 2,1 miliardi di euro della Programmazione Psr 2007-2013. Dobbiamo stare tutti zitti perché questa gran massa di denaro è finita ad amici & parenti di politici e burocrati regionali? Della serie, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato, simmo e Napuli paisà, come in una celebre canzone napoletana?

Cari onorevoli, a voi questa sembrerà una cosa seria: e sarà seria anche per i ‘controllori’ di Bruxelles, che ormai chiudono entrambi gli occhi. Ma a noi questa omertà su come sono stati spesi questi soldi – che a quanto pare non hanno sostenuto l’agrumicoltura siciliana, altrimenti non saremmo qui a parlare di crisi di questo settore – ci sembra totalmente destituita di serietà.   

Redazione

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