‘Caso’ Cirignotta/ La Cimo attacca Massimo Russo: “Coprì la gestione nonostante gli allarmi lanciati dal sindacato”

ANGELO COLLODORO, SEGRETARIO REGIONALE VICARIO DEL COORDINAMENTO ITALIANO MEDICI OSPEDALIERI CHIAMA IN CAUSA L’EX ASSESSORE REGIONALE ALLA SALUTE. E INVITA LA MAGISTRATURA A FARE LUCE SU ALTRI PUNTI: PER ESEMPIO, SUL NUCLEO DI VALUTAZIONE

Sul ‘caso’ Cirignotta – l’ex direttore generale dell’Asp 6 ed ex Commissario straordinario della stessa Azienda sanitaria di Palermo – interviene Angelo Collodoro, segretario regionale vicario della Cimo Asmd (Coordinamento italiano medici ospedalieri).

“L’arresto dell’ex direttore generale della Asp Palermo, Cirignotta – dice Collodoro – conferma i timori e le preoccupazioni più volte espresse pubblicamente ed a vari livelli anche istituzionali, in testa l’assessore dell’epoca Massimo Russo, da questa organizzazione sindacale di medici sulle modalità di gestione della Asp Palermo sotto la guida di Cirignotta. Una gestione caratterizzata da un dirigismo che ha fatto uso indiscriminato di consulenze esterne più che sospette (informatica, digitalizzazione, bilancio…) e contra legem”.

“Uno su tutti ed emblematico – ricorda Collodoro – il caso del commercialista romano chiamato come consulente a certificare il bilancio 2009 e poi nominato (ed ancora in carica), contra legem, ai vertici del Nucleo di Valutazione, organismo indipendente aziendale. Accendere un faro su questo Nucleo non sarebbe male”.

“Una gestione – ricorda ancora il sindacalista – caratterizzata dall’ uso selvaggio di comandi esterni di dirigenti e di personale amministrativo perfino con qualifiche davvero insignificanti (IV° Livello) solo perché graditi a gruppi d’interesse particolare, qualcuno già noto alle cronache politico-giudiziarie del paese di provenienza”.

“L’annullamento di una serie di gare già aggiudicate, da parte dell’amministrazione attuale, con risparmi per milioni di euro – precisa Collodoro – è significativo dell’andamento gestionale dell’epoca. Una gestione di fatto sorda, insofferente ad ogni richiamo, ad ogni sottolineatura, e vendicativa nei confronti di coloro che potevano adombrare critiche. Basti vedere l’abuso fatto dei Consigli di Disciplina a fini intimidatori ed il 90% dei quali finiti nel nulla, in questo forte della copertura assicurata dall’assessore alla Sanità dell’epoca, l’altro magistrato Massimo Russo”.

“Ma Cirignotta – conclude Angelo Collodoro – non poteva fare da solo, quindi è quanto mai opportuno fare luce anche su chi guidava uffici particolarmente delicati e strategici per l’azienda”.

 

 

 

Redazione

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