SIAMO DAVANTI A UNA COMMUNITY DELLALDILA CHE, NEL FUTURO, PER OVVI MOTIVI, DOVREBBE AMPLIARSI
Sul sito tech fonpage si possono legge alcune interessanti considerazioni sul rapporto tra facebook e chi è passato a miglior vita.
Nellarticolo si legge che sarebbero circa 30 milioni gli utenti deceduti dalla data della loro iscrizione. Una community dellAldilà che, nel futuro dovrebbe, per ovvi motivi, ampliarsi.
In effetti, con la presenza della rete e dei social network certi interrogativi non sono affatto privi di fascino. Anzi. Sappiamo tutti che, sulla terra, sono più i morti che i vivi. La stessa cosa sarà con i social network. E solo questione di tempo.
Nellarticolo si parla di persone morte che continuano a vivere sulla rete. Non si tratta di una considerazione macabra quanto, piuttosto, di unanticipazione di come lidea della morte potrebbe avere un peso sempre più rilevante nel mondo dei social network.
Inevitabile il richiamo a una seconda vita, magari virtuale. Ma anche a unidea di come ripensare al rapporto tra vivi e morti. Se Foscolo si soffermava sul ruolo dei sepolcri come luogo della memoria, oggi la rete, o meglio, i social network ci propongono una sorta di cimiteri on line per ricordare i defunti e quello che erano nella vita.
Nellarticolo in questione si cita un libro: Your Digital Afterlife, scritto da Evan Carrol e John Romano sulla base di ricerche legate alle comunità delAldilà online. Vivere anche da morti, facendo da ponte, grazie ai socia network con il mondo reale?
Tanti gli interrogativi. Anche se non va fatta confusione. Nellarticolo si sottolinea che la tradizione delle sepolture non verrà meno, perché radicata nelle tradizioni. La novità, come già accennato, potrebbe essere rappresentata da unesistenza oltre, mediata dai social network.
In conclusione, uno degli autori, Evan, preconizza che, tra cento anni, i social network daranno vita a una branca dellarcheologia in grado di riprodurre gli stili di vita delle generazioni passate.
Foto di prima pagina tratta da osasapere.it
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