Expo, Ragusa si ritira dal cluster BioMediterraneo Anche il commissario Montalbano resta a casa

Tra meno di un mese il Comune di Ragusa avrebbe dovuto alzare il sipario sui suoi sette giorni di attività ad Expo 2015. I visitatori italiani e stranieri che dal 16 al 21 giugno sarebbero passati dal padiglione, avrebbero potuto conoscere le bellezze del territorio ibleo. «Avevamo in programma di coinvolgere anche la produzione del commissario Montalbano», precisa l’assessore Stefano Martorana, che ha seguito la vicenda. Ma non sarà così. Il Comune ha deciso di ritirarsi dal cluster BioMediterraneo, perché «nonostante le ripetute richieste non abbiamo ricevuto alcuna risposta in merito all’organizzazione. E sappiamo che molte altre città sono nella nostra stessa condizione».

A finire sul banco degli imputati è ancora una volta Dario Cartabellotta, ex assessore all’Agricoltura e responsabile unico del cluster la cui inaugurazione, il primo giorno di maggio, è diventata un flop di portata nazionale. «Abbiamo sollecitato e chiesto più volte informazioni – spiega Martorana – ma il telefono ha sempre squillato a vuoto. Non c’è stato nessun confronto, nonostante lui sia anche il commissario straordinario della provincia di Ragusa, non sarebbe stato poi così difficile incontrarci». L’amministrazione iblea ha chiesto anche la restituzione dell’iniziale quota di adesione, 7.500 euro, versata a gennaio. 

«Le poche informazioni a disposizione sulla presenza della Regione siciliana a Milano – spiega il sindaco Federico Piccitto, del Movimento cinque stelle – hanno superato persino le più pessimistiche previsioni. L’immagine complessiva è quella di una Sicilia in declino priva di progettualità, incapace persino di presentarsi attrattiva di fronte ad un pubblico qualificato italiano e internazionale come quello di Expo: un’immagine che non vogliamo, né possiamo accettare». Il primo cittadino ha inviato una lettera al governatore Rosario Crocetta e all’assessore regionale all’Agricoltura, Nino Caleca, per spiegare i motivi del ritiro e chiedere indietro i soldi già spesi. 

Ragusa a novembre aveva risposto con entusiasmo alla prima manifestazione d’interesse della Regione per la partecipazione al cluster in cui la Sicilia è ente capofila di un gruppo comprendente 11 nazioni del Mediterraneo. L’istanza era stata accolta da Palermo, così all’inizio del 2015 il Comune ibleo aveva anche versato la quota di adesione. «Da quel momento in poi – continua l’assessore Martorana – abbiamo cercato senza successo un contatto con l’organizzazione del cluster. Non abbiamo idea di come organizzare i palinsesti delle attività che avevamo previsto». In cantiere c’erano eventi di promozione culturale, turistica ed enogastronomica. «Avremmo potuto coinvolgere la produzione della fiction del commissario Montalbano e far conoscere a un pubblico più vasto le nostre manifestazioni più belle, come Ibla Buskers e A tutto volume». Tutto saltato, anche per evitare nuove figuracce. «Meglio destinare energie e risorse ad altre attività». 

Per portare le bellezze della provincia iblea all’Expo di Milano, resta solo lo spazio dedicato alla Sicilia, all’interno del padiglione Italia. «Auspichiamo che non ci sia lo stesso approccio del bio cluster – commenta Martorana – al momento anche qui non abbiamo certezze, ma – ammette – c’è stato più confronto con l’assessorato alle Attività produttive». Proprio ieri la titolare Linda Vancheri, convocata dalla terza commissione dell’Ars, ha illustrato la situazione del padiglione, fornendo alcuni numeri: 7 milioni di euro è la spesa investita dalla Regione, 170 le imprese siciliane finora ammesse per partecipare agli scambi con operatori nazionali e internazionali. «Il cluster è un treno definitivamente perso – commenta l’assessore del Comune di Ragusa – spero che al padiglione Sicilia non ci sia la stessa approssimazione, si tratterebbe di un doppio fallimento».

Salvo Catalano

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