«L’Expo non può danneggiare la Sicilia in questo modo. Se la Regione ha una colpa è quella di aver accettato un padiglione in questo modo». Così il governatore Rosario Crocetta ha provato a chiudere il vespaio di polemiche scatenate dopo aver preso atto della situazione a dir poco precaria del cluster Bio Mediterraneo all’esposizione di Milano, dove la Regione è ente capofila di un gruppo che conta undici nazioni. Eppure tra gli imprenditori dell’Isola monta il malcontento verso l’azione del governo regionale. Sia tra chi ha provato invano a partecipare, come il tour operator Sicilying – ottenendo come risposta: «Non potevamo certo valutare tutte le richieste perché erano troppe» – , sia tra chi aveva tutto pronto per sedersi al cluster ma si è visto cambiare improvvisamente dalla Regione le condizioni di partecipazione. Come denuncia l’associazione di ristoratori Soste di Ulisse. Il risultato è che, a dispetto di quanto annunciato dal presidente, nell’operato della Regione a essere deficitaria non sarebbe stata solo la comunicazione.
«Sin da dicembre ho provato in tutti i modi a partecipare al cluster Bio Mediterraneo – racconta il catanese Carmelo Indelicato, titolare del giovane tour operator Sicilying – ma dall’assessorato regionale prima non mi hanno risposto, poi mi hanno detto che mi avrebbero contattato ma non ho mai ricevuto una chiamata. Ho capito che senza una sollecitazione non ci sarebbe stato molto da fare». Una vetrina persa per chi sulla visibilità, soprattutto all’estero, fonda una fetta importante della propria attività imprenditoriale. «A marzo – continua Indelicato – quando la Regione ha lanciato Sprint Sicily per gli incontri tra imprese, ho ritentato perché sedersi al tavolo con aziende straniere a cui poter proporre collaborazioni sarebbe stato perfetto». Anche in questo caso alla richiesta non corrisponde nessuna risposta. «Poi, tramite un contatto informale, mi hanno informato che non avrebbero potuto valutare tutte le proposte arrivate, visto l’ingente numero. La mia non era stata neanche presa in considerazione».
Non va meglio a chi, invece, un posto al cluster Bio Mediterraneo lo aveva trovato. Come l’associazione Soste di Ulisse, realtà gastronomica d’eccellenza in Italia, che ha scritto una lettera al presidente Crocetta annunciando il possibile passo indietro. «I numerosi ritardi, l’indeterminatezza degli obiettivi e delle modalità per raggiungerli mettono seriamente a repentaglio la nostra partecipazione a Expo. Tutto, per responsabilità esclusivamente della Regione, è precipitato». L’associazione lamenta un cambio non previsto, «in modo unilaterale e lasciando pochi margini di contrattazione» nelle condizioni di partecipazione.
«Nell’ultimo incontro da parte della Regione è stato alzato il tiro, addebitando all’associazione, anche i costi di ogni catering che verrà inevitabilmente organizzato, ovvero i costi per il trasporto di semilavorati, necessari a causa delle ridottissime dimensioni e dei tempi stretti in cui le cucine sarebbero state a nostra disposizione». Soste di Ulisse fa quindi l’elenco delle spese che dovrebbero essere a suo carico: il viaggio e il vitto dei dipendenti e le spese per i catering. «Al di là dei costi, allora, – si legge nella lettera – in cosa consiste la scommessa da parte della Regione Sicilia e quale l’aiuto e il sostegno che ci garantirà, se le spese sono a carico dell’associazione?».
Intanto il governatore, escludendo categoricamente la possibilità di chiudere il cluster, ha ipotizzato un’azione civile per i danni d’immagine causati alla Sicilia. «Stiamo perdendo un’occasione di visibilità assurda – commenta il tour operator catanese, Indelicato – Avviare azioni legali è una risposta insignificante rispetto a quanto si sarebbe potuto fare: la Regione doveva essere pronta non solo ad accogliere le aziende, ma avrebbe dovuto creare strade preferenziali per portare in Sicilia i milioni di turisti che arriveranno a Milano per Expo».
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