LA COMMISSIONE CULTURA E LAVORO DELL’ARS STRAVOLGE L’ACCORDO CHE ERA STATO RAGGIUNTO CON IL PERSONALE E SCRIVE UN ALTRO TESTO. CHE CONSENTIRA’ ALL’AMMINISTRAZIONE DI SBARAZZARSI DI CHI HA LAVORATO PER ANNI NEGLI SPORTELLI MULTIFUNZIONALI. E DI ‘PILOTARE’ NUOVE ASSUNZIONI. A RACCONTARCI I RETROSCENA DI QUESTA STORIA E’ ADRIANA VITALE. LE PRECISAZIONI DI PAOLO GENCO
Prima il Governo regionale ed adesso il Parlamento siciliano scaricano 1800 ex sportellisti dando il via alle nuove assunzioni nel settore.
Con un colpo di mano un gruppo di deputati esperti e di chiara estrazione sindacale hanno stravolto, ieri, il testo della risoluzione facendo approvare alla Commissione Cultura e Lavoro un contenuto diverso da quello condiviso con i lavoratori che da settimane sostavano in protesta davanti la presidenza della Regione siciliana di Palermo.
Un testo che sana gli assunti dopo il 31 dicembre del 2008, mandando in fumo il blocco delle assunzioni nel settore e lAlbo regionale dei lavoratori, divenuto inutile.
Pochi parlamentari riconducibili al Governo del presidente Rosario Crocetta hanno ottenuto ciò che volevano per salvaguardare gli interessi di società ed enti di amici e politicanti, buttando a mare i 1800 sportellisti.
Leffetto non ha tardato ad arrivare. La protesta è divampata, scatenata dagli impegni non mantenuti dalla politica con i lavoratori.
Si è consumato così il terzo atto di una commedia tragicomica dallesito ormai certo. Saranno in 1800 ad essere licenziati senza un futuro.
Il primo Atto lo aveva messo in scena il Governo regionale attraverso laltalenante assessore al Lavoro, Giuseppe Bruno, che aveva confezionato le linee guida per laccreditamento dei Servizi per il Lavoro escludendo gli enti formativi, facendo fuori i lavoratori ed aprendo a nuovi soggetti e nuove assunzioni.
Ma questo non sarebbe bastato. E allora via con il secondo Atto.
Il Governo, sempre attraverso lassessore al Lavoro Bruno, ha architettato il Delitto perfetto, iniziando col convocare i sindacati e gli enti formativi per comunicare che non cera più trippa per gatti. Costringendo gli enti formativi, fuori dai giochi, ad avviare le procedure di licenziamento collettivo ed i sindacati ad incassare il colpo basso.
Poi il terzo Atto:
ecco spuntare la risoluzione che non taspetti, costruita con lapporto dei lavoratori e dei partiti di minoranza, magistralmente schermata da alcuni parlamentari della maggioranza. Politici pluridecorati e con grandissima esperienza maturata nel mondo del lavoro e negli ambienti sindacali oltre che al Parlamento siciliano.
Senza scomodare il maestro del giallo, Alfred Hitchcock, ma prendendo in prestito il titolo di un famoso film Thriller di Andrew Davis con protagonisti Michael Douglas e Gwyneth Paltrow del 1998, siamo di fronte ad un Delitto perfetto: in questo caso compiuto ai danni di 1800 famiglie di lavoratori della Formazione professionale.
Vediamo perché la risoluzione che invita il Governo regionale a porre in essere tutti gli atti necessari ad assicurare la continuità lavorativa e contrattuale nei confronti dellintera platea dei lavoratori degli sportelli multifunzionali, approvata dalla Commissione Cultura e Lavoro dellArs, si configura come un Delitto perfetto.
A raccontarci i retroscena di questo passaggio sono gli stessi lavoratori ex sportellisti, che si dichiarano Vittime della rivoluzione crocettiana. Sono loro, infatti, che hanno ‘sgamato’ la richiamata risoluzione per l’occasione taroccata ad arte.
Approvata, cioè, dopo aver apportato modifiche sostanziali, nel corso della discussione in audizione: modifiche che hanno stravolto l’impostazione originaria del provvedimento. Ma andiamo con ordine.
Il giudizio dei lavoratori è negativo, senza appelli ed anche motivato. A spiegarcelo è Adriana Vitale, la lavoratrice saltata alle cronache per lo sciopero della fame davanti la sede del Governo regionale di Palazzo dOrleans a Palermo.
Dallesame del testo della risoluzione emergono alcune trappole a danno dei lavoratori, effetto dei cambiamenti apportati durante la discussione e prima del voto finale.
Prima trappola. Rispetto al testo originario, condiviso con i lavoratori liberi Vittime della rivoluzione crocettiana che prevedeva linserimento degli stessi allinterno dei Servizi pubblici per lImpiego, la versione definitiva approvata dalla Commissione prevede linserimento degli stessi allinterno dei Servizi per il Lavoro.
Esterrefatti i lavoratori si chiedono: In quali Servizi per il lavoro dovrebbero andare se ancora non esistono?.
Seconda trappola. La prima versione del testo della risoluzione – condivisa, lo ripetiamo, con i lavoratori – conteneva la dicitura “continuità lavorativa, contrattuale, contributiva e retributiva dei lavoratori ex sportellisti”, mentre nel testo approvato saltano le parole “contributiva e retributiva”. Bravi i deputati della quinta Commissione legislativa dell’Ars, no?
Non si tratta di un mero esercizio grammaticale, ma di effetti sostanziali che cambiano le carte in gioco.
Senza il vincolo contributivo e retributivo la Commissione avrebbe così dato il via libera al Governo e quindi al Ciapi di adottare la forma di contratto flessibile con il rischio di far saltare i diritti acquisiti in decenni di lavoro dagli ex sportellisti.
Terza trappola. La vera novità in assoluto – e qui la Commissione si è superata – è rappresentata dalla sanatoria dei lavoratori assunti dopo il 31 dicembre 2008, violando così le norme sul divieto di nuove assunzioni che lo stesso Governo regionale si è dato con la delibera di Giunta del 6 giugno 2013. Il governatore Crocetta e l’assessore Nelli Scilabra non ne sanno nulla?
Quarta trappola. La previsione dellattivazione degli ammortizzatori sociali per i periodi di sospensione o interruzione di attività lavorativa, non prevista nella stesura concordata con i lavoratori, è stata introdotta, proprio per ricomprendere anche gli assunti dopo il 2008 che potranno beneficiare dello strumento di reddito.
Tutto calcolato alla perfezione per fregare i lavoratori degli ex Sportelli multifunzionali. Un Delitto perfetto.
Nulla contro gli 88 lavoratori, tanti sono quelli assunti dopo il 31 dicembre 2008, che hanno pur il diritto ad un futuro lavorativo.
Quello che ci convince poco nelloperazione di facciata posta in essere dal presidente della Commissione Cultura e Lavoro dellArs, il solito Marcello Greco, esponente dei Drs al Parlamento siciliano, e da tutti i parlamentari della maggioranza che sostiene il governo Crocetta è proprio laver modificato in corso dopera tutti i punti essenziali oggetto della trattativa con i lavoratori, sconvolgendo totalmente il quadro dinsieme dei possibili interventi da parte dellesecutivo.
Ed è una magrissima consolazione laver inserito nel testo della risoluzione la clausola che i bandi e gli avvisi pubblici dovranno prevedere per gli aggiudicatari lutilizzo prioritariamente della platea degli ex sportellisti. Per un motivo semplice: perché questa previsione, come ha più volte spiegato al nostro giornale il presidente del Ciapi, Egidio Ortisi, è contro la legge. Perché con i fondi europei non si possono ‘confezionare’ “bandi fotocopia”, per usare un’espressione dello stesso presidente del Ciapi.
Ancora una volta i poteri forti e trasversali, presenti sia allArs che tra i banchi della Giunta Crocetta, lhanno avuto vinta, non rendendosi conto che il loro gioco porta circa mille e 800 famiglie verso lagonia.
Giudizio negativo viene espressa anche dai titolari degli enti formativi ai quali non è piaciuta la sceneggiata consumatasi in Commissione Cultura e Lavoro in sede di approvazione della citata risoluzione sugli sportelli multifunzionali.
Enti formativi, che a seguito della chiusura definitiva dellassessore al Lavoro allipotesi di affidare agli enti le politiche attive del Lavoro, hanno già avviato la procedura di licenziamento dei 1800 ex sportellisti.
A parlare per gli enti formativi, Paolo Genco, presidente di Forma Sicilia.
“Dopo l’esito della risoluzione votata in Commissione Cultura e Lavoro – commenta Genco – tiriamo un sospiro di sollievo perché non dovremo più affannarci a trovare una soluzione lavorativa per gli ex sportellisti, visto che siamo stati spogliati per legge delle politiche attive del lavoro.
“Spetterà adesso al Governo regionale e al Ciapi, seguendo il dispositivo della risoluzione – aggiunge – garantire la continuità lavorativa e retributiva, dato che saremo costretti a licenziare il personale”.
Genco punta il dito, poi, su quei parlamentari, componenti della Commissione Cultura e Lavoro che, nel corso dellaudizione di oggi hanno proposto che sia solo il Ciapi di Priolo a partecipare ai futuri bandi europei sulle politiche attive del Lavoro.
Dalle notizie giunte dai lavori della Commissione – afferma il presidente di Forma – qualche deputato ha proposto che sia solo il Ciapi a partecipare ai futuri bandi europei sulle politiche attive del Lavoro. Diciamo a questi politici che non conoscono minimamente le norme europee che regolano il mercato del lavoro che questo atto ci lascia di stucco”.
“I deputati dell’Ars – conclude Genco – dovrebbero conoscere bene le norme prima di occuparsene nelle risoluzioni. Il rischio è che tutta l’Italia e l’Europa ci ridano addosso”.
Foto tratta da everyeye.it
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