Si scrive Marina Resort, si legge ex Province. Nell’Ars che torna a riunirsi dopo la letargica pausa elettorale, succede anche questo. All’ordine del giorno della seduta d’Aula di questo pomeriggio era in discussione il disegno di legge sui porti turistici (proposto dal presidente della Commissione Lavoro, Luca Sammartino, e approvato in serata), ma a sorpresa è stato presentato un emendamento a firma dei deputati Danilo Lo Giudice, Eleonora Lo Curto, Antonio Catalfamo, Carmelo Pullara, Vincenzo Figuccia e Nicola D’Agostino per il rinvio delle elezioni di secondo livello nelle ex Province.
L’emendamento, un testo scarno che rimanda al 2020 il voto di secondo livello per la governance degli Enti intermedi ormai al collasso, è stato approvato con voto segreto. La notizia è stata accolta con gioia dal sindaco di Messina, Cateno De Luca, secondo cui il rinvio del voto era stata una delle richieste avanzate dalla marcia dei sindaci. Secondo De Luca, «non aveva senso celebrare queste elezioni il 30 giugno, non essendo ancora stata risolta la Finanziaria. Ora pensiamo a risolvere la situazione economica, destinando alle ex Province siciliane 350 milioni di euro».
Ma se De Luca esulta per la notizia, ad andare su tutte le furie sono state invece le opposizioni. Secondo Anthony Barbagallo (Pd), «quando eravamo già scesi in campo pronti a giocare la partita delle elezioni per gli organismi dei Liberi Consorzi e delle città Metropolitane gli abili manovratori del centrodestra siciliano hanno portato via la palla rinviando tutto di un anno». A intervenire anche il capogruppo Pd, Giuseppe Lupo e il deputato Antonello Cracolici, secondo cui «dopo una campagna elettorale per le Europee passata a promettere a sindaci e consiglieri un ruolo negli organismi di Liberi Consorzi e Città Metropolitane, ecco che il centrodestra getta la maschera e al primo voto invia le elezioni di un anno».
Anche secondo i 5 Stelle «il rinvio per l’elezione degli organi delle ex Province è l’ennesima prova della schizofrenia, soprattutto, dell’irresponsabilità della maggioranza sui cui si si regge l’esecutivo. Siamo alla farsa, con il Presidente della Regione e la sua maggioranza che procedono in direzione diametralmente opposta, e che, soprattutto, non tengono in nessuna considerazione la barca di soldi spesi per separare le elezioni amministrative dalle Europee proprio per consentire ai Comuni che andavano ad elezioni di poter partecipare alle elezioni per le ex Province».
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