Centinaia di lavoratori ex Pip in corteo a Palermo fino alla presidenza della Regione per lo sciopero indetto dalla Cgil e dalla Filcams. Alla manifestazione, partita dopo le 10 da piazza Croci, partecipano- secondo le stime del lsindacato – tutti i 3 mila Pip del bacino di Emergenza Palermo. Numerosi i disagi per gli automobilisti, incolonnati nella zona di piazza Indipendenza. Un corteo senza bandiere, al quale sono presenti oltre alla Cgil tutte le altre sigle sindacali, che hanno indetto per oggi, domani e dopodomani, tre giorni di assemblea. La Cgil di Palermo e la Filcams scendono in piazza con i lavoratori «per rivendicare un confronto con la Regione siciliana per rivedere alcune ‘storture’ contenute nell’articolo 8 delle norme approvate per gli ex Pip, che oggi percepiscono un sussidio straordinario di disoccupazione e gli assegni familiari».
Il testo ha previsto lo stanziamento di 87 milioni per tre anni, 29 milioni l’anno. «Chiederemo di essere ricevuti – dichiara Fabio Li Pani, della Filcams Cgil – Auspicavamo con la Regione un confronto prima della redazione dell’articolo 8, testo che garantisce i Pip fino al 31 dicembre del 2017. Ma poi, cosa ne sarà di questo bacino? Dopo 18 anni di lavoro, rischiamo di restare senza garanzie».
Il testo assegna ai Pip un voucher di ‘dote-lavoro’ del valore di 10 mila euro, che verrà riconosciuto, senza possibilità di proroga, fino al 31 dicembre 2017, tramite le occasioni proposte dall’Agenzia per il lavoro. Poi più nulla. ”Con il voucher non sono previsti esempio gli assegni familiari: questa è una delle incongruenze che denunciamo dell’articolo 8. Tantissimi, in questo bacino, hanno famiglie di 4 e 5 figli”, continua Li Pani. «Non contestiamo il contenuto integrale dell’articolo 8 – spiega Monja Caiolo, segretario generale Filcams Cgil Palermo – ma è necessario e non più rinviabile un confronto per sanare quelle storture, a partire dalla composizione del bacino, che denunciamo da tempo e per le quali non è mai arrivata nessuna risposta. Così come è rimasta inevasa anche l’ultima richiesta di incontro all’assessorato regionale alla Famiglia, al Lavoro e alle Politiche sociali. Quello che chiediamo è di evitare che le condizione di disagio di alcuni lavoratori vengano ulteriormente aggravate da un provvedimento che dovrebbe, invece, dare risposte occupazionali a lavoratori deboli».
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