«Oggi non ci sono state le condizioni per raggiungere un accordo» spiega a MeridioNews Francesco Piastra della Fillea Cgil Palermo in merito all’incontro di questa mattina con i funzionari dell’Agenzia per i beni confiscati presso l’Ufficio provinciale del Lavoro. Si dovrà ancora aspettare per sapere la destinazione dei beni e la sorte delle commesse residue. L’Agenzia procederà in maniera unilaterale con i licenziamenti. «Sui fatti essenziali, che dovevano riguardare principalmente l’avvio di questa cooperativa consentendo di fatto la continuità produttiva, anche oggi il funzionario presente, il capitano Francesco Fortezza, ha detto che ancora l’Agenzia non ha deliberato – dice il sindacalista – Non ci ha saputo dire quanto tempo ci vorrà e non si sa che fine faranno le commesse residue».
È tutto questo che ha impedito di trovare un accordo, senza il quale è impossibile attuare una soluzione diversa rispetto a quella dei licenziamenti. I presupposti, però, erano diversi un anno fa, epoca in cui il sindacato poneva la firma per la cassa integrazione. All’incontro di oggi, secondo Piastra, si sarebbe assistito a una vera e propria contraddizione in termini. L’amministratore Vara, infatti, pare abbia spiegato che ci sarebbe l’opportunità di destinare commesse per 700mila euro alla cooperativa e che ci sono degli appalti che dovrebbero essere previsti. Mentre il capitano Fortezza precisa a tal proposito che sarà l’Agenzia a doversi pronunciare, senza dare alcuna conferma rispetto a quanto spiegato dal collega.
Dal canto suo, intanto, Piastra ribadisce quanto preannunciato all’assemblea pubblica tenutasi ieri a Bagheria fra i rappresentanti della Fillea Palermo e la Segreteria Regionale della Fillea Sicilia: «Impugneremo i licenziamenti e chiederemo un incontro ufficiale con il Ministero degli Interni». Chiesto, inoltre, anche un altro incontro con l’Agenzia: «Speriamo che ci vengano chiarite, fra tutte le cose, le dichiarazioni discordanti dell’amministratore e del capitano». Che però concordano su un punto preciso: secondo loro la proroga della cassa integrazione in deroga rappresenta una strada impercorribile. Su tutto il resto, poi, entrambi i funzionari «glissano», continuando a prendere tempo. «In sostanza hanno mandato uno che non ha risposto su nulla. L’Agenzia prende tempo sulla pelle di 109 lavoratori».
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