Metec espone l’ipotesi di piano per i lavoratori I sindacati: «Governo sia garante»

La situazione è questa: il 31 dicembre scade la cassa integrazione per circa 800 lavoratori dell’ex indotto Fiat e quindi scatteranno i licenziamenti. Quella che sembrava l’unica possibilità di speranza, la Grifa, è stata cancellata con un colpo di spugna. La società doveva infatti ricapitolarizzare l’azienda, ma le condizioni economiche messe sul piatto non hanno convinto il ministro dello Sviluppo Economico. E’ a questo punto che entra in gioco l’italiana Metec, azienda che opera nel settore della componentistica per auto, indicata da Invitalia, che è l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, con particolare attenzione per il Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo.

Nelle mani di Metec quindi le sorti dei lavoratori. La Società, in una manciata di giorni deve dare soluzioni esaustive e scongiurare i licenziamenti.

Oggi al MISE (Ministero Sviluppo economico) si è svolto il tavolo con i sindacati, e Metec ha presentato la sua ipotesi di piano industriale per Termini Imerese. Un piano che si articola in due fasi come spiegano Gianluca Ficco della Uilm nazionale e Vincenzo Comella segretario della Uilm Palermo: «La prima fase si svilupperebbe nel periodo 2016-2019, sarebbe in grado di fornire occupazione a regime a 400 addetti e si incentrerebbe sulla produzione di adesivi sigillanti e trafilati, sulla realizzazione di prototipi, sullo stampaggio di corpi plastici e sull’assemblaggio di veicoli speciali; la seconda fase, invece, si incentrebbe sulla produzione di due piattaforme di auto ibride e elettriche e offrirebbe dal 2018 occupazione a circa altri 400 addetti».

Il 2015 invece servirà per gli investimenti, per l’adeguamento dello stabilimento e per formazione lavoratori.

Metec si è detta pronta a prendere tutti i 766 lavoratori di Fiat e Magneti marelli,  al netto degli esodi incentivati, senza passare attraverso i licenziamenti. «Vale a dire  – continuano i sindacalisti – attivando una cassa per riorganizzazione da cui richiamare progressivamente i dipendenti al lavoro. Inoltre, i lavoratori dell’ex indotto Fiat avrebbero titolo preferenziale nelle future assunzioni di Metec e nell’indotto che quest’ultima sarà in grado di generare sul territorio. Chiediamo al Governo partire subito con le verifiche necessarie inoltre di farsi garante della solidità dell’operazione».

«L’azienda da un punto di vista industriale è certamente credibile – dice Michele De Palma della Fiom Cgil nazionale – ma è fondamentale verificare la sostenibilità del piano. Si tratta di 800 lavoratori e di centinaia di milioni di euro di investimento e dunque bisogna stare attenti». Inoltre a preoccupare De Palma è il reimpiego di tutti i lavoratori, compresi quelli dell’indotto dunque. Secondo quanto detto oggi da Metec infatti, nei primi tre anni sarebbero 400 le persone inserite e gli altri, man mano, dal 2018 e quindi, considerando il tempo necessario, vale a dire che tornerebbero a lavorare dal 36esimo mese in poi. Si va oltre i 4 anni quindi e per fare questo servono gli ammortizzatori sociali. 

«C’è bisogno del tempo necessario – conclude – e abbiamo tutti bisogno di valutare al meglio».

Il prossimo incontro è fissato per lunedì e nel frattempo i sindacati chiedono che  il Ministero verifichi la possibilità di utilizzare la cassa in deroga per rinviare il termine di fine anno e dunque evitare i licenziamenti e avere così il tempo necessario per le verifiche.

Marta Genova

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