L’ex convento dei Crociferi di Santa Ninfa riapre le porte al pubblico dopo dieci anni. Dieci anni di chiusura che sulla struttura di via Maqueda, ormai inghiottita dalle attività di ristorazione e dalla gentrificazione, ma questa riapertura è solo il primo passo verso il recupero e il ripristino voluto dall’agenzia del Demanio, titolare dell’immobile che negli ultimi anni prima della chiusura ospitava gli uffici della Marina militare. E mentre si aspetta l’avvio dei lavori, è già partito il processo di rigenerazione, con l’ex convento che nel frattempo sarà utilizzato come museo delle città, gestito da Farm foundation, gli stessi del Farm cultural park di Favara, che hanno presentato il loro progetto e vinto il bando.
Tra gli strumenti chiave adottati c’è il temporary use, un unicum a Palermo per quanto riguarda la gestione del patrimonio immobiliare dello Stato. Questo approccio innovativo consente di valorizzare in maniera temporanea edifici pubblici e aree urbane inutilizzate, offrendo spazi per attività culturali e sociali con l’obiettivo di massimizzare il valore e l’uso degli immobili durante le fasi di progettazione e prima dell’avvio dei lavori. «Cercheremo di consolidare quella che è la nostra esperienza di countless cities lavorando su quella che è l’interculturalità di Palermo – dice a MeridioNews Florinda Saieva, presidente di Farm foundation – racconteremo diverse città e diversi progetti in diversi città del mondo per sviluppare il dialogo tra le municipalità, il pubblico e il privato e insieme cercheremo di riprogettare questo spazio molto bello dal punto di vista internazionale. I contenuti saranno coprogettati insieme alle comunità locali, all’università e al network internazionale di Farm».
«Questo è un bene dello Stato che da troppi anni è in disuso – aggiunge Silvano Arcamone, direttore regionale dell’agenzia del Demanio – Pensiamo che i beni pubblici vanno aperti alla città, utilizzati, valorizzati. Il temporary use è uno strumento innovativo, che ci consente di individuare dele funzioni temporanee nelle more dell’individuazione di una destinazione definitiva, ma anche un’opportunità per valorizzare e comprendere le reali potenzialità del bene. Il convento dei Crociferi diventerà il museo delle città del mondo, un museo che ci racconta altre città, altre culture, altri luoghi, altri colori, che ci fa comprendere che le città sono moltitudini, sono diversità, sono ricchezze culturali e tutto questo quando la gentrificazione aggredisce le città più belle, tra cui anche la nostra Palermo, ed è un momento di stimolo, di riflessione, che ci aiuterà a progettare una Palermo che abbraccia il tema della rigenerazione».
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