Condivisibili le ragioni di Mila Spicola. Ricordiamo, tra le altre cose, che il nostro giornale, nei mesi scorsi, ha dato voce ai protagonisti dellOif, il segmento della formazione professionale siciliana che si occupa del recupero e della formazione dei ragazzi che abbandonano la scuola. Un segmento molto importante, che viene gestito, per lo più, da organizzazioni cattoliche che svolgono molto bene questattività sociale.
Detto questo, non possiamo nascondere un retro-pensiero. Mila Spicola, che noi stimiamo, è anche una dirigente di un Partito, il Pd siciliano, che noi, invece, stimiamo un po meno. Alcuni settori di questo Partito, con in testa lassessore regionale alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, hanno provato in tutti i modi a stornare i 452 milioni di euro del cosiddetto Piano giovani verso obiettivi nebulosi. Il progetto dellassessore, proprio perché nebuloso, è stato bocciato da Roma e da Bruxelles.
Roma e Bruxelles hanno deciso che questi soldi – che sono risorse del Fondo sociale europeo destinato alla Sicilia – debbono essere utilizzati a tamburo battente per rifinanziare lAvviso 20-2011 e tutta una serie di altre attività. Ma, lo ripetiamo, allassessore questa finalità non va proprio giù.
Ecco, non vorremmo che le giuste considerazioni di Mila Spicola sullabbandono della scuola siciliana dovessero diventare lalibi per bloccare il finanziamento della seconda annualità dellAvviso 20-2011. Ciò significherebbe gettare in mezzo alla strada 10 mila dipendenti del settore: e noi siamo sicuri che Mila Spicola non persegue tale obiettivo.
Per fronteggiare i problemi della scuola siciliana ci sono i fondi che Stato e Regione destinano alla scuola. Non i fondi per la formazione professionale. Tutto questo succede perché si vogliono mettere sullo stesso piano due cose che debbono stare su piani diversi: istruzione e formazione.
Una legge regionale di riforma dellamministrazione regionale che risale alla passata legislatura – legge presuntuosa e sbagliata – ha messo sullo stesso piano istruzione e formazione, assegnando le competenze allo stesso assessorato. A nostro avviso è un errore, perché la formazione andrebbe con lEconomia e non con listruzione.
In ogni caso, ben venga una discussione sulla scuola siciliana e sulla dispersione scolastica. Ma senza strumentalizzazioni sulla pelle di un settore – la formazione professionale – già in crisi. Se qualcuno – Partito politico e governante di turno – ha intenzione di gettare in mezzo alla strada i 10 mila lavoratori della formazione professionale deve avere il coraggio di affermarlo a voce alta, senza nascondersi.
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