A scorrere i nomi di chi lo sostiene, a guardare le facce di chi presenzia in prima fila ai suoi eventi elettorali sembra proprio che Saverio Romano sia riuscito in quello che per numerosi politici di vecchio corso (e non solo) è ancora un sogno: rimettere insieme tutti i pezzi della vecchia balena bianca, la Democrazia Cristiana. L’ex ministro all’Agricoltura di Silvio Berlusconi, tornato in Parlamento nel 2013 dopo essere uscito assolto da un processo per concorso esterno alla mafia, è candidato alle prossime elezioni Europee nella lista di Forza Italia. Un posto blindato il suo da mesi, grazie all’accordo siglato direttamente a Palazzo Grazioli tra l’ultimo partito di Romano, Noi con l’Italia, e Berlusconi. Così mentre tra i forzisti in Sicilia scoppiava la guerra sulle restanti candidature – finita con la fuoriuscita di un nutrito drappello di catanesi guidati dal sindaco Salvo Pogliese – Romano poteva serenamente avviare la sua campagna elettorale. Che accordo dopo accordo, incontro dopo incontro, ha finito per assemblare quasi tutte le anime, finora sparpagliate in mille rivoli ondeggianti un po’ a destra un po’ a sinistra, del grande centro che nell’Isola ha sempre avuto il suo zoccolo duro.
«In Sicilia quest’anima Dc non muore mai. E pure Musumeci l’ha capito e dice di guardare al centro. C’è uno spazio grande che Saverio sta occupando». La sentenza è di Pino Firrarello, l’ex senatore di Bronte, tra i sostenitori più accaniti di Romano alle falde dell’Etna, dove il candidato centrista pesca bene. Per lui si stanno impegnando anche l’ex sottosegretario Giuseppe Castiglione, l’ex assessore di Crocetta Giovanni Pistorio, Marco Forzese, l’eurodeputato uscente rimasto fuori dalla lista Giovanni La Via, il deputato regionale Giovanni Bulla e l’ex Nino D’Asero. Fino ad arrivare all’accordo con l’ex governatore Raffaele Lombardo, a seguito del quale molti autonomisti voteranno Berlusconi e Romano.
«Saverio – prosegue Firrarello nella sua analisi – ha capito che siamo in un periodo particolare della storia della Sicilia, perché anche se qualcuno fa ancora fatica a vederlo, c’è una decadenza dei due movimenti che sembravano inarrestabili e che invece sono destinati a essere ridimensionati, Lega e M5s. C’è uno spazio che nasce anche dal sentimento che suscitano le sparate di Salvini, che si crede novello duce e un giorno si presenta col mitra e l’altro con la divisa da vigile del fuoco. I tempi sono maturi, la gente mi ferma per strada e mi chiede: “Perché non rifate la Dc?”».
Il primo a esserne contento sarebbe sicuramente Totò Cuffaro, da sempre amico di Romano, entrambi cresciuti alla scuola di Calogero Mannino, così come l’ex ministro Totò Cardinale, con cui Romano avrebbe un’interlocuzione aperta. Tuttavia i deputati regionali di Sicilia Futura si tirano fuori: «Stiamo fermi un turno e aspettiamo dopo le Europee – spiega Nicola D’Agostino – magari in questo quadro di politica liquida qualche nostro simpatizzante farà votare Romano (cosa che starebbe avvenendo nel Catanese ndr), ma non significa che è il candidato del nostro partito».
Se le previsioni di Firrarello sul calo dei partiti del governo gialloverde sono verosimili, lo diranno le urne. Quel che è certo è che, dal giorno dopo le Europee, si aprirà il tema su come occupare lo spazio rimasto vuoto al centro. E che Romano, al momento come singolo, sta occupando in questa campagna elettorale. «Se il mio amico Saverio sarà capace di trasformare un fatto elettorale in un fatto politico ne sarò felice», sottolinea Pistorio, tornato nell’alveo del centrodestra dopo l’esperienza di governo con Crocetta.
Romano può contare anche sul sostegno di alcuni attuali assessori: oltre a Roberto Lagalla e Toto Cordaro, anche il trapanese Mimmo Turano ammette: «Per uno come me che è Dc nell’anima costa fatica non trovare lo scudocrociato in lista, ma siamo tutti dentro una forza moderata che è Forza Italia. Voterò Berlusconi e la Musolino. Per la terza scelta il partito ci lascia liberi e ognuno si lascerà trasportare dall’amarcord. Romano conosce il mio mondo, è fisiologico riconoscersi in lui».
E dopo il 26 maggio? Romano predica prudenza e unità, nonostante dentro Forza Italia sia aperta la sfida con il candidato di Miccichè, Giuseppe Milazzo, e in fin dei conti con lo stesso presidente dell’Ars. «Il centro moderato deve diventare attrattivo e io sono uno che unisce, non divido – afferma Romano – inutile litigare ora, perché senza voti alla lista non andiamo da nessuna parte e perché la gente non ama le divisioni. Il sapore politico di questa tornata è rilevante: sovranisti e populisti contro europeisti. Se ci dividiamo rischiamo di avere una brutta sorpresa il giorno dopo le Europee».
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