Qualcuno, dalle parti di Palermo, la definisce una «timpulata». Una sberla, insomma, di quelle che fanno rumore. Così, nonostante i pubblici appelli all’unità, di certo il coordinatore del Carroccio in Sicilia orientale, Fabio Cantarella, faticherà non poco a restare in linea col partito che gli ha chiesto, quantomeno, di rimanere in panchina un giro. Per aspettare, verosimilmente, quelle elezioni politiche anticipate all’autunno che i più danno come sempre più probabili. Fantapolitica per il momento, ma restano i conti da fare con questa campagna elettorale, che vede nel «traghettatore di Matteo Salvini al Sud e in Sicilia», Angelo Attaguile, il candidato di punta del Carroccio.
Non vanno per niente meglio le cose guardando al di là del partito azionista di minoranza del governo gialloverde. Ieri sera si è scatenata la bufera in casa Forza Italia, con il partito fondato 25 anni fa da Silvio Berlusconi che in Sicilia rischia l’implosione. Dopo la scelta di candidare il capogruppo all’Ars Giuseppe Milazzo lasciando fuori dalla lista l’eurodeputato uscente, Giovanni La Via, da Catania è arrivata la notizia degli abbandoni del sindaco di Catania e commissario provinciale del partito Salvo Pogliese e dell’ex deputato Basilio Catanoso. E i malumori riguardano anche la deputata alla Camera Giusy Bartolozzi e il suo compagno, il vicepresidente della Regione Gaetano Armao.
Ma non va bene, in fondo, neanche nella lista di Fratelli d’Italia, data tra le favorite in Sicilia fino a qualche settimana fa e adesso in lieve discesa, sgonfiata del sostegno (e dei candidati) in quota autonomisti di Raffaele Lombardo. Tutte pedine di un rebus difficile da decifrare, ma che, almeno in linea di principio, potrebbe portare acqua al mulino del Carroccio. Soprattutto per via della candidatura di Angelo Attaguile da Grammichele. Comune che ha dato i natali anche a un altro volto noto della politica regionale, l’ex governatore Raffaele Lombardo. Che in una intervista a Meridionews di qualche giorno fa ha escluso la possibilità che la sua forza politica possa restare neutrale alle europee. «Decideremo dopo la presentazione delle liste» aveva detto.
Attaguile, dal canto suo parla di «un’antica amicizia» che lo lega a Lombardo, nonostante i percorsi politici si siano divisi. «Certo – ammette – io sono stato per lungo tempo un autonomista», ma esclude l’ipotesi di ricevere un sostegno da parte dell’ex governatore. Dalle retrovie, questa esclusione appare tutt’altro che netta. Al contrario, un’interlocuzione ci sarebbe, eccome. E il «traghettatore» sarebbe questa volta, come suggeriscono i ben informati, il capogruppo all’Ars Carmelo Pullara. Troppo presto per dire con certezza se questo sostegno alla fine ci sarà davvero e, soprattutto, se sarà ufficializzato. Quel che è certo è che un pezzo degli Automisti, dal divorzio con Fratelli d’Italia, guarda con attenzione al Carroccio.
La Lega, infine, potrebbe beneficiare anche della «scazzottata» interna a Forza Italia, alla luce del fatto che nella lista presentata in corte d’Appello non c’è alcun nome che rimandi all’ala orientale del partito. Consensi che potrebbero confluire sulla candidatura di Attaguile? «Io me lo auguro – ammette il primo leghista di Sicilia – ma non ho elementi per dire che le cose stiano realmente così. Anche in questo caso, non c’è alcuna interlocuzione».
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