Centoventi euro, da ricevere chissà quando, non valgono una domenica buttata (e le responsabilità a essa collegate). Devono avere pensato questo gli ottanta presidenti di seggio che hanno rinunciato a ricoprire il ruolo per il quale erano stati sorteggiati dal Comune di Catania. Praticamente un quarto delle sezioni elettorali etnee, oggi, ha perso per strada la propria guida. E più di qualche disagio lo hanno causato anche gli scrutatori. Il numero di chi ha preso questa decisione non è quantificabile, poiché ciascun seggio può rimediare senza comunicarlo in anticipo all’ufficio elettorale. Ma si racconta di aspiranti rappresentanti di lista a cui è stato chiesto: «Invece di fare il rappresentante, lo vuole fare lo scrutatore?».
Agli scrutatori rinunciatari sarebbe spettato un gettone da 90 euro, per passare nelle scuole catanesi lo stesso tempo dei colleghi presidenti. La conferma arriva direttamente dagli uffici di Palazzo degli elefanti, che oggi sono stati costretti a correre ai ripari: così ai dipendenti comunali toccherà il compito di sostituirsi ai cittadini che hanno scelto di rifiutare. Una situazione simile a quella registrata a novembre 2017 quando, in occasione delle elezioni regionali, ottanta presidenti (lo stesso numero di rinunce di oggi) avevano abbandonato le sezioni elettorali al loro destino.
I motivi del forfait potrebbero essere molti: l’importo esiguo del rimborso, la lunga durata dello spoglio, le responsabilità che derivano dall’attestazione dei risultati. Non ultima arriva, poi, la questione dei pagamenti: quelli per le elezioni comunali di giugno 2018 sono stati erogati a dicembre dello stesso anno, sei mesi dopo che le urne erano state chiuse e rimesse in magazzino. Per le regionali di novembre 2017, i soldi erano arrivati a marzo 2018. Adesso, col dissesto del Comune ormai conclamato, il timore è che i tempi si allunghino ancora di più. Non è escluso che, in questa situazione, ulteriori rinunce possano arrivare anche domattina. Gli impiegati del municipio sono allertati.
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