Europee 2019, l’intervista ad Antonio Brunetto (M5s) «Baby alfaniano? Polemica per mettermi bollino nero»

Candidato alle elezioni europee dopo avere superato il passaggio della piattaforma interna al Movimento 5 stelle. Antonio Brunetto, di professione ingegnere, nel 2017 è stato eletto al Consiglio dell’ordine per la provincia di Catania. Attorno al suo nome sono circolate non poche polemiche, a causa di alcune foto che lo ritraevano in compagnia di Angelino Alfano, Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione. Istantanee del passato legate al suo impegno nella politica universitaria, con l’esperienza da consigliere all’interno del Comitato per lo Sport. 

Perché è arrivato al Movimento 5 stelle? Cosa ha fatto scattare la scintilla?
«Sicuramente il concetto di democrazia diretta. Ognuno nel Movimento può dire la sua e contribuire alla proposta politica. C’è una base che viene interpellata in ogni momento. Poi ci sono altri temi a me molto cari, come quello della sostenibilità ambientale e delle energie rinnovabili».

Lei non è mai stato candidato. Che Sicilia sta incontrando durante la campagna elettorale?
«Da ingegnere che si occupa di infrastrutture devo dire che sto imparando a conoscere le pessime condizioni delle nostre strade. La gente chiede cose diverse. Da un lato abbiamo i professionisti che entrano nel dettaglio delle questioni, dall’altro, come avviene nei quartieri popolari, l’Europa viene vista come qualcosa di molto lontano. Alcuni non sanno nemmeno che si andrà a votare».

Ponte sullo Stretto, sì o no?
«Tutte le grandi infrastrutture sono risorse per il territorio. Ma bisogna considerare l’impatto ambientale che in questo caso sarebbe considerevole. In Sicilia ci sono priorità diverse. Penso alla rete ferroviaria, le cui condizioni sono scandalose. Ma anche alla rete viaria, con autostrade che sono vere e proprie trazzere».

Quando si presenta come candidato del Movimento che tipo di risposte ottiene? 
«In generale c’è tanto sostegno. Ci sono persone che mi hanno confidato che grazie al Movimento hanno riottenuto la dignità di vivere. E in questo è fondamentale l’apporto del reddito di cittadinanza».

Lei critica apertamente il fiscal compact. Perché?
«Il problema dell’Europa sono le politiche di austerità. È impensabile avere dei vincoli di bilancio che condizionino la messa in sicurezza di scuole e infrastrutture. Io sono convinto che si debba investire maggiormente in questi campi».

Quindi Antonio Brunetto appartiene agli euroscettici. 
«Assolutamente no. Io credo nell’importanza dell’Europa ma deve essere cambiata».

In Italia c’è il contratto di governo con Matteo Salvini e la Lega, mentre in Europa siete lontani dai sovranisti. Come si conciliano queste differenze di vedute? 
«Alleanza significa affinità. Noi, invece, con Salvini abbiamo un contratto sottoscritto per senso di responsabilità nei confronti degli italiani. In Europa sicuramente abbiamo interlocutori diversi rispetto a quelli che appartengono al sovranismo».

Nel suo passato c’è la vicinanza a Giuseppe Castiglione, l’ex ministro Angelino Alfano e Pino Firrarello. Cosa le è rimasto di quell’esperienza e che peso hanno avuto le polemiche sul suo nome?
«Trovo tutto assurdo. Chi conosce l’università capisce che in quel contesto si lavora esclusivamente per gli interessi degli studenti. Si è punti di riferimento per i colleghi, lontani dalle logiche di partito ma uniti nell’interesse comune».

Tuttavia lei è stato bollato come un baby alfaniano.
«Mi metto a ridere. Sono polemiche sterili utilizzate per mettermi addosso un bollino nero. Che però è stato tolto presto anche all’interno del Movimento».

Dario De Luca

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