Ha atteso gli ultimi giorni di febbraio, l’Etna, per regalarci un altro dei suoi straordinari spettacoli. L’aumento repentino del tremore vulcanico era stato registrato già nel tardo pomeriggio della giornata del 27 febbraio. Poi in serata è iniziata l’attività stromboliana che ha interessato il cratere di Sud Est alla quale si è aggiunto un trabocco lavico che si è riversato sul fianco sudorientale del cono. L’attività al Sud Est era iniziata in maniera molto meno evidente lo scorso 23 gennaio con frequenti esplosioni stromboliane (l’attività esplosiva di bassa intensità molto frequente nello stile eruttivo etneo) che accompagnavano i bagliori della Voragine.
Da ieri, però, l’attività si è intensificata con esplosioni sempre più frequenti e regolari, fuoriuscita di materiale piroclastico, fontane di lava nella nottata di ieri e un modesto fronte lavico in direzione di Monte Frumento Supino. Lo spettacolo più interessante, però, si è avuto durante la giornata di oggi. Se nel mese scorso, infatti, il continuo maltempo aveva quasi del tutto oscurato e impedito l’osservazione dei fenomeni eruttivi del vulcano attivo più alto d’Europa, oggi invece, complice il meteo favorevole, si è potuto assistere a intense esplosioni stromboliane con numerose emissioni di cenere e grossi blocchi di materiale incandescente, il tutto incorniciato da un cielo nitido e accompagnato da fragorosi boati. Intanto il fronte della colata continua, seppur molto lentamente, a farsi strada facendo rotolare sulla neve grossi blocchi di roccia incandescente e al momento si attesta a quota circa 2.850 metri sul livello del mare. Durante la scorsa notte e tutta la giornata di oggi l’attività è stata fotografata e ripresa da vicino dall’associazione Etna Walk.
L’attività eruttiva, attualmente, è concentrata esclusivamente nell’area sommitale dell’edificio vulcanico e interessa il cratere di Sud-Est. Pertanto non è compromessa né la sicurezza dei paesi limitrofi né l’operatività, al momento, dell’aeroporto internazionale di Fontanarossa. Sia il tremore vulcanico, le deformazioni del suolo e tutti gli altri segnali predisposti a captare ogni singola variazione nell’attività del vulcano sono costantemente monitorati dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. In queste condizioni l’unico fenomeno che può arrecare fastidio alle popolazioni etnee consiste nell’eventuale ricaduta di cenere conseguente all’attività stromboliana che, in base alla direzione dei venti, può raggiungere i paesi più esposti come Zafferana e Linguaglossa i quali hanno già segnalato una modesta ricaduta di cenere.
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