La giornata di domani, per la querelle del blocco delle escursioni alla vetta dell’Etna con partenza da Piano Provenzana, potrebbe essere quella della svolta. Dalla prima riunione di ieri del tavolo tecnico, voluto dall’assessorato regionale al Turismo per mettere d’accordo i Comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia, è infatti emersa un’ipotesi di accordo che già oggi potrebbe avere la benedizione delle componenti politiche delle rispettive amministrazioni. L’idea elaborata dai tecnici dei due enti sarebbe il varo di un appalto provvisorio, limitato cioè all’estate alle porte, sotto forma di concessione a un’unica azienda della strada che da Piano Provenzana conduce ai crateri sommitali dell’Etna, mentre il bando che attribuirà la gestione del percorso per i prossimi nove o dieci anni potrebbe essere aperto a più società assegnatarie del trasporto dei turisti, in sostanza adottando un regime autorizzatorio. Fanno da mediatori i funzionari del Parco dell’Etna, ente che ospita le riunioni del tavolo.
L’intesa, dunque, si concretizzerebbe grazie a un passo indietro per ciascuna parte: nei giorni scorsi infatti il Comune di Castiglione, con il sindaco Salvo Barbagallo in prima linea, aveva lanciato la proposta di autorizzare più imprese già da quest’estate; Linguaglossa per altro verso, con la prima cittadina Rosa Maria Vecchio aveva espresso non pochi dubbi su questo sistema, dal punto di vista sia burocratico che economico. Alla contrapposizione si era giunti dopo il parere Antitrust che giudicava la gestione complessiva delle vie d’accesso alle zone sommitali dell’Etna «contraria ai principi posti a tutela della concorrenza». Un assetto da riformare, secondo l’Agcm, e che si sarebbe consolidato nel corso degli ultimi trent’anni, sui versanti nord e sud della montagna, grazie «all’assenza di procedure selettive, riguardo a concessioni e appalti di servizi turistici come il trasporto escursionistico a quota 3000, e in ragione di requisiti di partecipazione alle procedure di affidamento ingiustificatamente restrittivi». Per gli affidamenti da cui scaturiranno gli equilibri dei prossimi anni, dunque, i Comuni hanno dovuto tener conto – ma la partita si gioca sulle sfumature – della necessità di aprire la gestione turistica al mercato, così come espresso dal Garante.
La strada, unica via esistente e percorribile da veicoli a motore per raggiungere la cima del vulcano dal versante nord, ricade nei territori di entrambi i municipi. Un patto è allora ineludibile per consentire agli escursionisti che giungono a Piano Provenzana di raggiungere i crateri sommitali in fuoristrada – il format adottato negli ultimi decenni – o comunque in altre modalità che non siano quelle di lunghe marce a piedi. La convinzione diffusa nel comprensorio di Etna nord è che senza il trasporto turistico operativo ad alta quota i flussi già ridotti di visitatori dirotterebbero naturalmente sul versante sud della montagna, meta già ben più gettonata rispetto a Piano Provenzana, dove i crateri si raggiungono in funivia e jeep. Potrebbe così essere avviata già domani la procedura per affidare trasporto e gestione della strada soltanto per i prossimi mesi estivi. Contestualmente i due Comuni dovrebbero inoltre sottoscrivere un chiaro e comune documento d’indirizzo sulla formula del bando pluriennale.
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