Etna, i ladri portano via la strumentazione Ingv Nel mirino una stazione per monitorare il suolo

Ladri in azione alle pendici dell’Etna. Nel mirino la strumentazione piazzata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia a Nord di contrada Fornazzo, ai piedi delle Ripe della Naca, luogo di origine dell’eruzione del 1928 che distrusse l’abitato di Mascali. Si trattava di una stazione Gps mobile per il monitoraggio delle deformazioni del suolo. A fare la scoperta Alessandro Bonforte, ricercatore Ingv della sezione di Catania, durante un sopralluogo nella zona. Subito dopo l’uomo ha sporto denuncia alla stazione dei carabinieri di Mascali. Difficili le indagini poiché che la zona è isolata con le telecamere di video sorveglianza del tutto assenti. 

«La stazione fa parte di una serie di strutture permanenti – spiega a MeridioNews Bonforte – che seguono costantemente i movimenti lenti del suolo per avere, periodicamente, un dettaglio sullo stato del vulcano e per continuare le serie storiche degli spostamenti dei punti di misura». Il danno si aggira intorno a 15mila euro. «Molto difficilmente la stazione potrà essere rimpiazzata- prosegue il ricercatore – perché i fondi per l’acquisto di strumentazione sono ridotti all’osso da anni e con difficoltà si riesce a malapena a eseguire la manutenzione dell’esistente. In passato ricordo un solo precedente di questo genere, nel messinese, all’interno di un’area demaniale forestale nella zona di Mandanici, parecchi anni fa». 

A non mancare però sono i danneggiamenti a strumentazioni. Un paio di anni fa era finito nel mirino dei vandali un pilastro geodetico utilizzato per misurare la deformazione del suolo nell’isola di Lipari fin dagli anni ’70. «Un danno enorme – conclude – perché una serie così lunga (oltre 40 anni di storia di deformazione) è davvero rara e difficile da ottenere, oltre che utilissima su un sistema vulcanico che cambia molto lentamente».

Salvatore Caruso

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