Forti boati, avvertiti fino a Lentini, colate laviche e ampie nubi di fumo. Quello che è accaduto in questi giorni sull’Etna ha avuto sicuramente una forte risonanza. Nella giornata del 13 dicembre scorso il vulcano è stato interessato da una violenta attività esplosiva, attirando l’attenzione di appassionati e curiosi, che non si sono fatti scappare l’occasione per immortalare qualche momento suggestivo.
Uno spettacolo sì, ma che inevitabilmente, per un attimo, hanno portato la mente indietro ai momenti preoccupanti che hanno coinvolto la Sicilia orientale sempre in questo periodo: come il terremoti di Santa Lucia, nel 1990, e il terremoto di Santo Stefano, il 26 dicembre del 2018. Tuttavia va sottolineato che questi fenomeni sono isolati e possono avvenire in qualsiasi periodo dell’anno, come confermato anche dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: «Non esiste una stagionalità precisa in cui avvengono questi eventi: è stato anche studiato dice Eugenio Privitera di Ingv a MeridioNews – Semplicemente, molta gente tende ad associare determinati eventi alle festività o a momenti importanti delle stagioni».
Le fasi vivaci dell’Etna riguardano sempre la parte di sud est, dove anche lo scorso settembre si sono manifestati dei forti movimenti dovuti a delle fasi di natura stromboliana. «Giorno 13 abbiamo registrato davvero una forte attività esplosiva. Il cratere di sud est da circa un anno è particolarmente attivo in maniera più o meno evidente – prosegue – A volte produce cenere vulcanica, altre volte no. Questa volta c’è stata più intensità: si sono verificate colate laviche per tutta la notte».
A questi fenomeni si sono aggiunti tre episodi di fontane di lava e grosse nubi di fumo, probabilmente dovute a due flussi piroclastici per lo smantellamento della bocca della Sella nel settore sud. Le attività vulcaniche sono proseguite per poi rallentare e riprendere tra il quattordici sera e la mattina successiva. «La situazione adesso sembra essere stabile, anche se continua ad esserci un’attività stromboliana di medio bassa energia nella bocca orientale del cratere di sud est – conclude Privitera – Le bocche in questo versante sono quattro, una di queste continua ad essere attiva. Probabilmente nelle restanti abbiamo un’attività all’interno del cratere, ma non visibile».
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