Si è esaurita una delle due colate che dall’alba di giovedì 30 maggio scorreva lungo la parete occidentale della Valle del Bove. È di poche ore fa, infatti, la comunicazione dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, che il flusso lavico generato dalla fessura eruttiva posta alla quota di 3150 metri sul livello del mare, alla base settentrionale del cratere di sudest non è più alimentato dalle 21:30 di ieri sera, così come rilevato dall’analisi delle immagini delle telecamere della rete di sorveglianza.
Rimane attivo invece il flusso lavico generato dalla fessura alla base sudorientale del cratere di sudest con una continua attività di spattering a quota 2850 metri su livello del mare. Per attività di spattering si intende un’attività esplosiva a bassissima energia dove i frammenti di roccia fluida prodotti dalla bocca vulcanica non riescono a superare l’orlo del cratere e, solidificando, costruiscono un cono attorno alla bocca (spatter cone).
L’ampiezza del tremore vulcanico nel corso delle 24 ore ha continuato a mostrare un trend in debole decremento. Continuano i sopralluoghi del personale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia volti ad osservare da vicino le condizioni dei fronti lavici mentre la situazione meteo, caratterizzata dalla presenza di una consistente copertura nuvolosa, non consente l’osservazione a distanza dei fenomeni in atto.
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