Etna, cittadini nei boschi per prevenire gli incendi «Non possiamo intervenire ma a segnalazioni»

Si può prenotare online sul sito «come con una camera d’albergo» spiega Giuseppe Receputo, presidente dell’associazione etnea Salviamo i boschi. Ma non si tratta di una vacanza, bensì di un turno di sorveglianza attiva nella selva di Milo, a Piano Bello. L’associazione, dopo essersi rivolta con scarsi risultati alla Regione per chiedere un aumento della sorveglianza nelle zone boschive in vista dell’inizio della stagione estiva, ha deciso di passare all’azione e sta pianificando una turnazione che coprirà i tre mesi estivi, 24 ore al giorno. «Sarà un servizio di sorveglianza con una doppia veste – continua Receputo -. Attiva perché i volontari terranno sotto controllo personalmente il bosco, passiva perché non potranno agire in caso di incendio, ma si daranno da fare immediatamente per avvisare la guardia forestale e i vigili del fuoco».

Solo nel 2017 sono andati in fumo in Sicilia 11817 ettari di terreno nei Sic (siti di importanza comunitaria), 8610 ettari nelle Zps (zone di protezione speciale), e 5851 ettari nelle aree protette. Il rischio è che anche quest’anno ci si possa trovare di fronte a un’emergenza incendi del tutto prevedibile, data la puntuale attività di piromani ed ecomafie, con complici temperature torride e siccità. «La sorveglianza della Guardia forestale non basta – continua Receputo –. È effettuata a distanza». 

La zona scelta dall’associazione è quella dei boschi di Milo dove cresce il leccio, un albero spontaneo diffuso nel bacino del Mediterraneo, «L’Ilice di Carrinu – specifica Receputo –, arbusti che hanno tra i settecento e gli ottocento anni e che sono sopravvissuti anche alle colate laviche più intense». La finanziaria approvata a fine aprile dall’Assemblea regionale siciliana, «non ha introdotto novità rilevanti – commenta il presidente dell’associazione -. Si prospetta solo la possibilità che la sorveglianza inizi due settimane prima rispetto agli scorsi anni».

L’associazione si era già rivolta all’ex presidente della Regione Rosario Crocetta e all’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2017, con una petizione sulla piattaforma online Change.org. Gli attivisti chiedevano delle misure straordinarie per la prevenzione degli incendi in Sicilia e un maggiore impegno delle istituzioni nella salvaguardia dell’ambiente. La petizione però, in quella occasione, non era stata accolta. È la prima volta che in Sicilia si sperimenta un servizio di sorveglianza attiva su base volontaria e sono già in trentasei ad aver aderito. «È un’attività replicabile in tutta la regione e, perché no, su tutta la Penisola – conclude Receputo – e speriamo possa esserci una grande partecipazione».

Flavia Musumeci

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