Eternit, sequestrata area in via Leonardo da Vinci Residenti: «Non si scherza con salute della gente»

Il Nopa – Nucleo di protezione ambientale – della Polizia Municipale ha sequestrato un’area di circa 400 metri quadrati in cui è stata rilevata la presenza di eternit. All’interno dell’appezzamento, che si trova in via Leonardo da Vinci, vicino al centro sportivo Ribolla, erano stati precedentemente abbattuti una trentina di alberi di eucaliptus per avviare i lavori di spianamento, propedeutici all’insediamento di una nuova struttura commerciale. 

Durante il sopralluogo degli agenti del Nopa sono state rinvenute numerose lastre di cemento-amianto che giacevano sul terreno, sulle quali passavano sia le ruspe che gli operai, questi ultimi privi di protezioni e a diretto contatto con il materiale cancerogeno. L’amministratore della società proprietaria dell’area è stato denunciato all’autorità giudiziaria per violazioni alla normativa ambientale.

Tra i residenti e i commercianti della zona emerge preoccupazione per la vicenda: «Non si può scherzare con la salute delle persone – dice il titolare di un’attività vicina all’area sequestrata – mi aspetto che i responsabili paghino per le loro colpe. Abito in questo quartiere, oltre ad avere qui il mio negozio, non posso nascondere di essere rimasto turbato». 

Sulla vicenda intervengono anche le associazioni cittadine. Alessandro Bruno di Palermo Indignata esprime amarezza:  «Se dicessi di essere sorpreso, direi una bugia. La questione dell’amianto è attuale – dice – e in città ci sono diverse aree in cui si dovrebbero effettuare controlli serrati, da piazza Bologni all’Albergheria, dove personalmente ho visto lastre di eternit abbandonate. L’amministrazione aveva promesso un’azione mirata per bonificare la città, ma fino ad ora i risultati sono stati al di sotto delle aspettative».

Per Giulio Di Chiara di Mobilita Palermo, una delle questioni aperte è la disciplina della chiusura delle aree: «Quando in una porzione del Parco Cassarà fu trovato l’amianto – ricorda – ad essere chiuso fu l’intero parco. Se la linea fosse coerente, adesso mi aspetterei la chiusura di una vasta zona intorno all’area sequestrata. Spero che invece si lavori per restituire al più presto il territorio alla cittadinanza». 

Manlio Melluso

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