Esperienze: il Gay Pride di Roma

Tornavo a casa quando, vicino la fermata della metro di Colosseo, uno strano blocco del traffico mi ha incuriosito. Da bravo cittadino, quindi, chiedo al vigile che però solo al mio terzo “Perché avete chiuso? C’è una manifestazione? Un corteo?”, risponde scontrosamente con un: “Ci sono i gay!”, girandosi poi dall’altro lato.

Preso dalla curiosità, accelero il passo raggiungendo presto il punto finale della manifestazione. Girando per tutto il corteo ho fatto parecchie fotografie; alla fine ho pure ascoltato gli interventi di diversi rappresentanti delle associazioni e del neo deputato trans-gender Vladimir Luxuria. Nonostante sia stato lì parecchio tempo, non credo d’essere in grado di scrivere un articolo “professionale”, ma avendone la possibilità, riporterò la mia esperienza in un contesto che come s’immaginerà, è decisamente fuori dall’ordinario.

Arrivato in mezzo alla confusione, per scattare le foto più velocemente, ho lasciato la mia amica e lo zaino in un angolo infiltrandomi con molta poca discrezione tra i manifestanti e, a dispetto di quanto si potesse pensare, nessuno di quelli che ho urtato o contro cui mi sono strusciato ha avuto il cattivo gusto di importunarmi; nessuno ha fatto alcun apprezzamento e nonostante sia cosciente di non essere Brad Pitt, ne sono rimasto meravigliato. Ciò mi ha colpito soprattutto perché ricordo con vergogna come in occasioni di festa, orde di omuncoli passino il tempo a importunare le ragazze con battute oscene e un fare da spacconi falliti. Immaginate inoltre la disinibizione che poteva respirarsi tra palestrati oleosi in perizoma, travestiti e donne stupende che, in fondo, non erano neanche donne! Nessuno mi ha preso minimamente in considerazione e questo, oltre che minare il mio ego, credo indichi qualcosa di più profondo.

Un’altra cosa che mi ha profondamente colpito è stata la dichiarazione del deputato di Rifondazione: “E dopo tutte le schifezze che sono uscite dalle intercettazioni, loro si dovrebbero vergognare a trattare le donne come pezzi di carne! Loro gli mancano di rispetto, non noi! Loro scambiano posti di lavoro con prestazioni sessuali; loro devono vergognarsi non noi che vogliamo solo i nostri diritti!”. Un grosso applauso si è alzato ed io non ho lesinato i palmi.

Esagerazione, provocazione e tanto, tanto colore (è stato notato che erano tutti i colori della pace)… ecco cosa ho visto, ma dietro tutto questo spettacolo mi sono reso conto esserci tanta civiltà e voglia di normalità. Le problematiche legate al completo riconoscimento legale delle famiglie omosessuali sono davvero tante ed io, sinceramente, non credo neanche di essere d’accordo in tutto, ma non posso non sottolineare come proprio in un uragano di eccessi come quello, gli omofobici possano trovare un esempio di civiltà e discrezione.

http://www.vladimirluxuria.it/
http://www.romapride.it/
http://multimedia.repubblica.it/home/305296/1

Antonio Patti

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