Eruzione Etna, il magma cerca via per la superficie «Il sistema si sta ricaricando, si preparava da mesi»

«L’Etna si stava preparando da qualche mese, il sistema si stava caricando e il vulcano si stava gonfiando». Alessandro Bonforte, geofisico dell’Ingv di Catania, sul fatto che l’eruzione sarebbe cominciata oggi non ci avrebbe «scommesso una lira». È lui a fornire a MeridioNews il primo quadro di quanto sta avvenendo in queste ore sul vulcano, che da questa mattina ha cominciato a farsi sentire. La lunga colonna di cenere che si allunga dalla vetta ha costretto alla chiusura di una parte dello spazio aereo dell’aeroporto Vincenzo Bellini di Fontanarossa, mentre in Comuni come Santa Venerina è iniziata una pioggia di sabbia vulcanica che, per il momento, sembra essere circoscritta. «Allo stato attuale, la situazione è la seguente: tre crateri attivi (Nord-Est, Bocca nuova e Cratere di Sud-Est), una nuova fessura nell’area sommitale a est, una fessura eruttiva a sud-est del Cratere di sud-est, sulla parete occidentale della Valle del bove, dove presumibilmente sarà convogliata una colata».

«Non si poteva dire se fosse un’eruzione sommitale o laterale, quel che è certo è che l’aspettavamo – prosegue Bonforte – È cominciato tutto ieri, con qualche terremoto più profondo sul versante occidentale, sopra Ragalna, a circa cinque, sei chilometri di profondità». Stamattina, poi, è partito lo sciame sismico ben più superficiale, sempre al di sotto dei crateri sommitali. Non più qualche scossa isolata, ma un tremore crescente che ha sfiorato la magnitudo 4.0. «Il tremore è andato crescendo finché il magma non è arrivato in superficie: un’eruzione causa modifiche del suolo piuttosto significative». La lava spacca la roccia per farsi strada, frantuma il terreno e provoca degli spostamenti che arrivano fino alle zone più periferiche del vulcano. «Tutto si deforma, le faglie scorrono su se stesse e causano i terremoti».

Centinaia di scosse, una di seguito all’altra, tutte «coerenti», secondo il geofisico, con l’attività stromboliana attualmente in corso. «È tutto collegato – aggiunge – C’è tantissima cenere molto calda che si muove verso est e che copre l’intero scenario eruttivo. Probabilmente si sta formando una colata sulla parete occidentale della Valle del bove. Quando il pennacchio si aprirà, avremo un quadro completo. Al momento, comunque, la mole di informazioni che abbiamo è enorme». Non si può sapere come procederà nelle prossime ore: «La risalita del magma dal profondo era stata annunciata dallo sciame sismico, ma nessuno avrebbe potuto dire quando e come. Il quadro che si delinea è quello di un’eruzione non solo sommitale ma anche laterale». Uno scenario «simile a quello dell’eruzione del 2004, almeno per quanto riguarda la posizione delle bocche». Resta il fatto che «le prime ore sono sempre le più variabili: il magma cerca la sua strada, il vulcano cambia e poi si stabilizza».

Salvatore Caruso

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