Accolta l’eccezione sollevata dall’avvocato Attilio Floresta, difensore del professore Elio Rossitto. E per il processo all’ex docente della facoltà di Scienze politiche di Catania, accusato di tentata concussione e violenza nei confronti di cinque studentesse, si allungano ulteriormente i tempi.
«Per il principio di omessa notifica – ha detto il Gup – è necessaria la ritrasmissione degli atti al pubblico ministero», Lina Trovato. Lo ha stabilito il giudice dell’udienza preliminare, Giuseppe Fichera, che dopo ben due udienze saltate a causa di un errore burocratico nelle notifiche inviate all’imputato – recapitate a un domicilio diverso da quello indicato al magistrato – questa mattina ha rinviato l’inizio del processo al prossimo 10 dicembre. Ma solo per il professore Francesco La Pergola, dipendente dellateneo accusato di falso in atti pubblici in concorso con il docente di Scienze politiche per aver falsificato, secondo laccusa, la registrazione informatica degli esami. Per Rossitto, invece, è tutto da rifare. Bisognerà restituire la documentazione al pm che dovrà notificare da capo l’avviso di conclusione delle indagini. E poi quello dell’inizio delle udienze. Tutto a causa di un recapito sbagliato. «Le notifiche emesse dal Gip erano regolari», ha dichiarato il giudice in aula. Quelle emesse dalla Procura, invece, sarebbero state inviate ad un indirizzo diverso dell’imputato. Quello del legale. E formalmente risultano nulle, anche se pervenute al destinatario.
«Ora si allungano inevitabilmente tempi», spiega Milena Occhipinti, legale di Dominique Sanò, la prima studentessa ad aver fatto scoppiare il caso portandolo in tv alla trasmissione Le Iene. «Tutto ritorna nelle mani del pm e non solo in maniera formale, ma sostanziale. Si dovrà ricelebrare l’udienza preliminare». Un errore apparentemente banale che adesso rischia di far arenare un processo che già faticava ad iniziare. Nonostante l’errore nell’invio della notifica a Rossitto fosse presente già a conclusione delle indagini, la richiesta di rinvio sollevata dal suo legale non è stata ritenuta tardiva. «Tecnicamente poteva essere fatto presente prima – dice la Occhipinti – ma il giudice non se n’è accorto. E la scelta della difesa di sollevare l’errore solo adesso, strategicamente ci sta tutta. Qualsiasi legale l’avrebbe fatto».
Ora non resta che attendere l’invio delle notifiche corrette. E se si rimediasse a partire da domani stesso, paradossalmente in un paio di mesi si potrebbe riprendere il processo. Anche se, inconvenienti a parte, c’è il rischi che slitti ancora al prossimo anno.
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