Era come un esame di maturità, anche se fuori stagione dato che siamo solo all’inizio dell’anno scolastico, e il Palermo lo ha superato brillantemente. Traccia della prova sostenuta dai rosanero: «A Locri, contro il Roccella, dimostrate di essere una squadra matura e già calata nella mentalità della serie D». Giudizio finale: «Il compito denota ordine e competenza». Valutazione gratificante per la compagine di Pergolizzi che, dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia di categoria, era chiamata a fornire determinati segnali dal punto di vista della solidità e della tenuta psicologica. Il Palermo, al terzo successo di fila in campionato, è superiore al Roccella e il fatto che abbia vinto 2-0 fuori casa non è una notizia eclatante ma tra il dire (ospiti superiori sulla carta anche in virtù del blasone e della tradizione) e il fare (vincere sul campo dimostrando la propria superiorità) c’è sempre un gap. Che la squadra, sotto lo sguardo del presidente Dario Mirri, ha saputo colmare rispettando i pronostici della vigilia con una prestazione gagliarda. Non esaltante sul piano del gioco ma di sostanza. In perfetta sintonia, su un campo (sintetico) ostico, con le richieste di una gara non facile e contro un altro avversario rognoso, in grado peraltro di dare del filo da torcere ad alcune big nel passato più o meno recente.
Il messaggio, forte e chiaro, veicolato dal match disputato al Macrì di Locri davanti a circa 500 sostenitori rosanero è il seguente: pur essendo ancora in rodaggio e pur dovendo perfezionare alcuni meccanismi, il Palermo ha qualcosa in più degli avversari in questa categoria. Ha risorse tecniche e caratteriali che altri non hanno e uomini, in tutti i reparti, capaci di confezionare in qualsiasi momento delle giocate vincenti. Lo dimostra l’acuto del terzino destro Doda, autore al 19’ del primo tempo del gol del provvisorio 1-0 con un destro angolato da posizione defilata che ha sorpreso il portiere Scuffia. Gli ostacoli ci sono e ci saranno ancora lungo il percorso ma, nonostante gli alti e i bassi peraltro fisiologici in questa fase, quando hai un organico competitivo (difesa attenta protetta da un portiere come Pelagotti che dà sicurezza a tutto il reparto, un centrocampo di qualità e un attacco potenzialmente letale) ed elementi in grado di spostare gli equilibri sei sulla buona strada. E quando hai in panchina giocatori capaci di lasciare il segno nel momento in cui vengono chiamati in causa, per i competitor del Palermo in quarta serie diventa, davvero, tutto più difficile.
A Marsala, alla prima di campionato, era stato Lucera a ritagliarsi la sua fetta di gloria in qualità di subentrato. Oggi, invece, la copertina la merita il centrocampista classe ’99 Ambro che al 70’, dopo essere subentrato al capitano Santana ed avere fallito subito una buona occasione con un pallonetto terminato sul fondo, ha messo il sigillo sul match con un colpo di testa angolato sugli sviluppi di un corner battuto da Martin. Doppia soddisfazione per l’ex Primavera: per il gol, molto importante ai fini del risultato, e a titolo personale in termini di fiducia e autostima dopo un breve periodo trascorso dietro le quinte complice qualche piccola incomprensione con il tecnico Pergolizzi. Che lo ha aspettato e che, al di là del minutaggio, gli sta affidando una parte comunque rilevante (borderline tra il ruolo di mezzala e quello di trequartista) nel cast rosanero.
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